Milano
Nell’indimenticabile “Ritorno al Futuro” e in particolare nel sequel, Michael J Fox e’ catapultato dal 1985 a un futuristico 2015 dove i cieli sono intasati da macchine volanti e i baristi sostituiti da robot parlanti. A volte la realta’ supera la fantasia, e a volte invece e’ talmente deprimente che fantasticare diventa impossibile. Nel nostro 2015, gli ultimi fatti accaduti a Milano raccontano di una citta’ che per ogni passo avanti che compie, sembra farne due indietro. Per esempio: vi avevamo dato conto qualche giorno fa delle opere dell’artista Zoow 24 inspiegabilmente cancellate da uno dei “muri liberati” e messi a disposizione dal Comune a street artists e graffiti writers, chiedendo spiegazioni al consigliere comunale che più’ di ogni altro si era dato da fare per il progetto, Lazzarini del Pd. Ecco, il consigliere si e’ dato da fare, insieme all’artista, e pare sia venuto fuori l’esistenza di uno o più fantomatici personaggi che indossando veri e propri travestimenti – come fossero impiegati del comune – vanno in giro muro per muro a cancellare le opere d’arte (firmate da artisti che espongono in prestigiose gallerie italiane e, a volte, internazionali).
Un fenomeno simile lascia dentro l’animo una malinconia in linea con questi giorni di fine estate: e’ difficile immaginarsi un livello di solitudine e frustrazione tale per cui qualcuno si mette in testa di compiere un atto del genere. Ma del resto quando si semina male, questi sono i risultati, e quando si insiste, per anni, sulla cosiddetta etica del decoro “senza se e senza ma” (per usare un’espressione che piace ai poveri di spirito) non c’e’ da stupirsi che qualcuno, magari un soggetto già di per se’ instabile, parta definitivamente per la tangente e si trasformi in censore morale, oltre che estetico, sentendosi in diritto di stabilire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato per la cittadinanza intera. Intendiamoci: giusto combattere con ogni mezzo il vandalismo e le brutture (a patto pero’ che lo stesso “pugno di ferro” sia utilizzato anche per i tanti che deturpano la societa’ dall’interno, e non solo per gli sfigati che ne sfregiano la facciata).
Sbagliato trasformare in feticci i tanti piccoli “Giustizieri del Pomeriggio” in cerca di visibilità’ (come i fresconi che, col piglio dei boy-scout in gita, cancellavano i murales di Pao, sconvolti che invece degli applausi fossero subissati da vaffanculo), e lasciare che un giorno sì e l’altro pure, dalle colonne dei quotidiani – ormai incapaci di qualsiasi pensiero critico -, questi personaggi chiedano e quasi sempre ricevano l’applauso incondizionato. Ma fosse solo la street art.
Dalle colonne di Affari Italiani, leggiamo della polemica circa il raduno annuale di Casa Pound, e a farci sobbalzare dalla sedia non sono certo le parole del leader Iannone. Gia’, perche’ Iannone non e’ certo uno che si tira indietro, e a precisa domanda (“si dice che voi siate fascisti…”) risponde al di la di ogni ragionevole dubbio (“intendiamoci: noi siamo fascisti!”). Alla luce di questa risposta, a lasciare sorpresi sono invece le parole del coordinatore di Forza Italia Giulio Gallera (i cui appetiti da possibile candidato sindaco del centro-destra sono arcinoti) il quale, motivando la sua futura partecipazione ai dibattiti organizzati dai – come dice il loro leader – fascisti, parla di “rispetto delle idee” che sono “il sale della democrazia”. Ecco, forse Gallera e’ digiuno di storia da qualche tempo, ma il fascismo con la democrazia non c’entrava assolutamente niente. E già’ che ci siamo, ricordiamo al coordinatore di una legge che vieta l’apologia dello stesso.
Tutto molto semplice, eppure in questo clima che sa già’ di campagna elettorale, il coordinatore inizia a parlare di centri sociali, di murales su Dax, di confronti sulle case popolari da cui Fiano scapperebbe e altri esercizi di benaltrismo, magari legittimi (come nel caso del murales) che pero’ non spostano la questione di un millimetro. Ovvero che Casa Pound e’ un movimento orgogliosamente fascista che nulla ha a che spartire con la tradizione moderata del centro-destra milanese, che pure in anni recenti avevano creato esperienze politiche del tutto condivisibili, pensiamo per esempio alle iniziative portate avanti da Giovanni Terzi, da Sgarbi come assessore alla Cultura o dalla stessa Nuova Darsena per la quale, come detto da noi più’ volte, il centrodestra ha lo stesso merito del centro-sinistra.
Ecco, pensare che oggi, nel 2015, questa tradizione di pensiero moderato milanese sia costretta alle foglie di fico del “confronto che e’ il sale della democrazia” per accaparrarsi quello 0.qualcosa per cento che forse Casa Pound e’ in grado di assicurare, e’ un’altra cosa che mette tristezza. Passano gli anni, insomma, ma il futuro sembra non arrivare mai. Ci vorrebbe proprio una Delorean.
Articolo di affaritaliani.it
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