Roma
Il giro di vite sulla sicurezza e il decoro urbano – con il daspo per gli spacciatori, pene più severe per chi imbratta e carcere fino a 5 anni di carcere per chi alle manifestazioni indossa caschi – il ministro dell’Interno Angelino Alfano lo aveva annunciato da tempo. Ieri lo ha esplicitato, punto per punto, al presidente dell’Anci Piero Fassino e ai sindaci delle principali città italiane illustrando i 22 articoli di una bozza di un disegno di legge “aperto” ai suggerimenti dei primi cittadini. Ignazio Marino ha colto la palla al balzo per chiedere che nel provvedimento venga inserita la “zoning”, vale a dire la creazione di aree di tolleranza della prostituzione lontano dai centri abitati. Roma aveva tentato di farlo senza riuscirci, perché qualsiasi ordinanza del sindaco avrebbe rischiato di configurarsi come favoreggiamento della prostituzione. Marino, nel corso della riunione al Viminale, ha anche ipotizzato come alternativa la “zonizzazione al contrario”, cioè la creazione di un’area a tolleranza zero,
Il confronto: «Vogliamo proporre un nuovo modello di governance del sistema di sicurezza nelle aree urbane e ampliare l’ambito di intervento dei sindaci per fronteggiare forme di incuria e degrado», è tornato ad assicurare Alfano. La bozza del provvedimento prevede, tra l’altro, un aumento di pena per reati quali scippo, rapina e furto in abitazione che probabilmente verrà espunto perché già approvato in termini analoghi nel ddl di riforma del processo penale in discussione alla Camera. Ma la stretta del Viminale passa anche attraverso l’introduzione di una sorta di Daspo a coloro che, anche minorenni, sono già stati denunciati per reati di spaccio di stupefacenti: dovranno stare lontani da determinati luoghi, quali ad esempio le discoteche e i locali pubblici, scuole comprese. Mano pesante anche con i “writers”: chi imbratta o deturpa rischia da fino a due anni di carcere e una multa da duemila a seimila euro; pena che, in caso di recidiva, può arrivare fino a quattro anni e a 20mila euro di multa. Per tutti l’obbligo di ripulire a proprie spese i luoghi imbrattati. Nel già ipertrofico codice penale viene introdotto un nuovo reato: l’esercizio invasivo dell’accattonaggio, che punisce con l’arresto da sei mesi a un anno e l’ammendo a tremila a seimila euro coloro che esercitano l’accattonaggio «con modalità ripugnanti e vessatorie, anche simulando deformità o malattie ovvero il ricorso a mezzi fraudolenti.
La sicurezza: Il testo prevede da 2 a 5 anni di pena e una multa da mille a 5mila euro anche per chi, durante le manifestazioni, indossa un casco oppure utilizza razzi, petardi baston, etc. Di contro, gli agenti impegnati nel servizio di ordine pubblico avranno un “codice” identificativo del reparto cui appartengono e non della persona. Ipotesi che dividono i sindacati. Il Sap, ritiene che il codice sia una «schedatura», mentre il Silp- Cgil giudica «positivo l’inasprimento delle pene nei confronti dei professionisti del disordine nelle piazze».
Articolo de Il Messaggero di Silvia Barocci del 18 Settembre 2015
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