Sacile
Una performance di spicco ha segnato l’apertura di “Gatti ad Arte”, mostra in corso di svolgimento a Sacile. E’ stata rappresentata dall’intervento di Sqon, graffitista pordenonese dallo stile inconfondibile, che domenica 25 ottobre ha realizzato “in diretta” uno dei suoi coloratissimi felini nel cortile dell’ex chiesa di San Gregorio, opera poi esposta nella rassegna. Cortile affollato, per l’occasione, di persone incuriosite che si sono sedute alle spalle di Sqon e lo hanno visto manovrare con sicurezza le sue bombolette spray con lo stesso piglio di un pittore alle prese con tela e pennelli. In religioso silenzio hanno seguito i suoi movimenti circolari e armoniosi – quasi una danza – davanti al pannello su cui in pochi minuti ha preso forma un grande gatto azzurro con enormi occhi e una lunga coda vaporosa. Non si sentiva volare una mosca, solo il sibilo delle bombolette di Sqon che sprigionavano il loro getto colorato. «Sono abituato ad avere gente che si ferma a guardare mentre lavoro – ha spiegato il giovane artista, che nella vita si chiama Andrea Alzetta – ma confesso che sapere di avere tanti occhi puntati addosso mi emoziona sempre». Quando si gira verso il pubblico e, togliendosi la mascherina, con un sorriso dice «Finito», scoppia l’applauso per questo writer che si è guadagnato lo status di artista dopo essere finito anche, in una circostanza a Venezia, in un’aula di tribunale, processo da cui è uscito assolto. I suoi non erano graffiti deturpanti, ma arte. Sqon – un nome “etichetta” una “tag”, come ci dice – non ha un significato particolare, ma lui ci è molto affezionato. Ha amato disegnare fin da piccolo; poi, giovanissimo, ha iniziato a dipingere sui muri con gli spray con alcuni compagni, per divertimento e curiosità. «Allora non c’erano scuole o corsi che ti insegnassero come si fa – racconta -. Quello che so l’ho imparato da solo, provando e riprovando, guardandomi attorno, pensando e progettando». All’inizio erano lettere o altre figure quelle che scaturivano dal getto nebulizzato delle sue bombolette, ma a un certo punto, nel 2003, ecco comparire i gatti: «Adoro i gatti, ovviamente, ma nel mio lavoro sono venuti quasi per caso e adesso sono il soggetto che mi contraddistingue. Mi piace trovare analogie fra il gatto, animale notturno, e il writer». Gatti surreali dai colori sgargianti che spalancano i loro grandi occhi in faccia al mondo e sembrano osservarlo, sornioni. I gatti di Sqon, oltre che in Friuli e in Veneto, si trovano anche nelle grandi capitali come Parigi, New York, Vienna, Amsterdam, e in molte altre città. Su muri, vagoni di treni, perfino su tronchi d’albero o in mezzo a un bosco, i gatti di questo giovane friulano catturano l’attenzione e costringono la gente a fermarsi, a guardare, a pensare. Oggi Sqon vive e lavora a Montereale Valcellina dove ha uno studio. «Realizzo tele, ma anche opere grafiche, disegni, stampe anche per l’abbigliamento. Quando lavoro all’aperto mi piace interagire con l’ambiente circostante e soprattutto mi piace dipingere su teli di cellophane perché mi sembra di disegnare sull’aria. Fin dalla prima volta che ho dipinto con lo spray ho capito che era una cosa che mi rendeva felice. Così non ho più smesso».
Articolo del MessaggeroVeneto di Maria Balliana del 12 Novembre 2015
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