Città più pulita con Exodus Anche i profughi coinvolti?

Gallarate

Ripulire i muri della città dai graffiti. Ci penserà Exodus grazie ad un accordo con il Comune. Dando anche un’occasione di lavoro a persone emarginate o svantaggiate. Si chiama “Oltre l’accoglienza” il progetto che ha portato ad un accordo tra Palazzo Borghi, che ha stanziato 35mila euro per finanziarlo ed acquistare i materiali necessari, e 4Exodus, la cooperativa sociale che fa capo alla fondazione di don Antonio Mazzi.

Due obiettivi forti

 L’intesa ha un duplice obiettivo. Da un lato quello che chiunque potrà valutare, ovvero la restituzione di decoro alla città. Come si legge nel testo dell’accordo, 4Exodus dovrà eseguire interventi mirati «al mantenimento della pulizia delle strade e delle parti comuni», un impegno di almeno quattro ore al giorno per sei giorni alla settimana. Operazioni che prevedono anche «la rimozione di graffiti murali “selvaggi”». Ovvero, tradotto dal burocratese, ripulire i muri della città dalle scritte tracciate con le bombolette. «Il Comune ci ha chiesto di utilizzare un particolare prodotto che, una volta coperti i graffiti, avrà una funzione repellente – spiega il responsabile gallaratese di Exodus Roberto Sartori – In pratica, non sarà più possibile scrivere ancora sulle pareti pulite». L’idea è quella di risolvere il problema una volta per tutte. Una notizia positiva per alcune zone della città, come ad esempio vicolo della pretura o il retro di Palazzo Minoletti, letteralmente imbrattate da graffiti e scritte sui muri. L’accordo, della durata di un anno, prevederà interventi sia nel centro storico che nelle periferie della città. Che, alla fine, risulterà più pulita di oggi. Come detto, però, c’è anche un secondo aspetto.

Il riscatto possibile

Legato alla connotazione sociale dell’intervento. Oltre ai soci della cooperativa, saranno impegnati a ripulire Gallarate anche soggetti emarginati o in situazione di disagio segnalati dall’amministrazione comunale, che attraverso questo lavoro potranno così trovare un’occasione di riscatto.«Vorremmo coinvolgere, in questo caso a livello di volontariato, anche i profughi che ospitiamo – aggiunge Sartori – Siamo convinti che questo farebbe bene sia a loro che a tutta la città». Bene, ma quando si comincia? «Noi siamo pronti a partire già da domani – afferma il responsabile gallaratese dell’associazione – Aspettiamo solo il via libera del Comune».

Articolo della Provincia di Varese del 13 Dicembre 2015 di Riccardo Saporiti

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