L’ARTE DI STRADA A MILANO

MILANO

Milano? Ora è una galleria d’arte

Un libro raccoglie le immagini delle centraline dipinte dai graffitisti per «Energy Box»

Il diritto di primogenitura dovrebbe spettare a Bros, noto street artist milanese, che ebbe l’idea già nei primi anni Duemila. Che idea? Quella di trasformare oggetti urbani necessari ma anonimi come le centraline semaforiche in piccole opere d’arte, decorandole con le bombolette spray: sorprese dietro l’angolo nella banalità metropolitana. Allora l’operazione avveniva nottetempo, fuorilegge, tra provocazione e sfida. Oggi invece si è trasformata in un progetto artistico, autorizzato e promosso dal Comune di Milano con A2A e Fondazione Aem, che delle centraline sono i legittimi proprietari. Il progetto, curato da Davide «Atomo» Tinelli, si intitola «Energy Box» e ha visto all’opera su 150 parallelepipedi grigi più di 50 Graffiti artist e muralisti di provenienza internazionale, selezionati con la supervisione del critico d’arte Flavio Caroli: lo stesso Bros con Sonda, Ivan, TvBoy, Pao, Neve, Magenta, Luz, Crea, Cheone e molti altri.

«I divieti sono inutili, perché la macchina dei divieti sembra fatta apposta per essere violata», spiega Caroli. «L’unica strategia da adottare contro l’imbarbarimento dei nostri muri è quella della “qualità”: incentivare, premiare una gara fra i protagonisti della pittura murale, che talora hanno fantasia e capacità realizzative di prim’ordine». Del genere, se non puoi combatterli alleati con loro, concedendo spazi autorizzati e alzando il livello della produzione. Le centraline, utili ma brutte, in città sono dappertutto, in centro come in periferia: infinite tele immaginarie e ideali da dipingere. E così, grazie ad «Energy Box», vie e piazze si sono accese di colori e fantasia: quello che prima passava inosservato ora incuriosisce, diventando arredo urbano. Iperrealisti, astratti, pop, informali, underground: gli stili sono diversi, accomunati però dal cromatismo acceso e accattivante. Per saperne di più oggi alle 18.30 in Triennale, viale Alemagna 6, si presenta il volume-catalogo «Urban Art Renaissance. Energy Box» edito da Skira: intervengono con alcuni artisti Nicolas Ballario, Flavio Caroli, Filippo Del Corno e Alberto Martinelli.

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I disegni dei writer sulle centraline dei semafori

CHE ORMAI la street art sia arte a tutti gli effetti non lo contestano più neanche i peggiori reazionari. E neanche le aziende che in teoria potrebbero lamentarsi per i disegni che ricoprono spazi di loro proprietà. Al punto che A2A e Fondazione Aem, con la supervisione del critico Flavio Caroli, hanno selezionato 150 centraline semaforiche che sono state dipinte da writer come Neve, Dado, Crea, Gattonero, Atomo e tanti altri. Alla fine sono state fotografate da Olivia Gozzano (nella foto una delle opere), e le immagini sono state raccolte in un libro, Energy box, edito da Skirà, che oggi Caroli presenterà alla Libreria della Triennale. Assieme a lui Nicolas Ballario di Urban Renaissance, Filippo Del Corno, assessore alla Cultura, e Alberto Martinelli, presidente della Fondazione Aem.

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Così le centraline sono diventate «street capolavori»

A rigor di etimo, un semaforo altro non è che un «portatore di segni». Segnali ad uso della circolazione stradale. Quando però ci si mette l’arte, allora cambia tutto. La prosa si fa poesia, anche gli oggetti più quotidiani si caricano di significati nascosti e quello che prima era un semplice segno si trasforma in una linea, un colore, una sagoma che interseca le rotte dell’immaginazione. E magari succede che un’intera città diventi una mostra a cielo aperto, come è accaduto con il progetto Energy Box, che lo scorso settembre ha trasformato oltre 150 centraline semaforiche di Milano, tuttora visibili, in altrettante «tele» per più di 50 artisti italiani e internazionali selezionati da A2A e Fondazione Aem con la supervisione del noto critico e docente Flavio Caroli, e chiamati a dare la loro personale interpretazione di questi grigi elementi di arredo urbano, tanto indispensabili quanto, francamente, non sempre piacevoli alla vista. Un progetto di street art che ora è diventato un libro: «Energy Box – Urban Art Renaissance», a cura di Davide «Atomo» Tinelli e Evoluzioni Urbane, edito da Skira nella collana Cataloghi e presentato ieri al Triennale Bookstore dagli autori e da alcuni degli artisti coinvolti. Pagine che raccontano, con molte belle immagini, la storia della complessa operazione, dall’idea iniziale alla sua realizzazione pratica. Ma soprattutto testimoniano la nuova vita delle «scatole grigie» che sorvegliano gli incroci cittadini. E che ora ospitano volti di uomini e musi di animali, fiori dai colori sgargianti, primi piani di mani e onde infuocate, omini stilizzati, sagome che debordano sul marciapiede, geometrie, linee colorate, caratteri gotici, acquari, alberi dalle fronde violette e dalle foglie rosso acceso, messaggi. Perfino un Giuseppe Verdi in sciarpa e cilindro e un ritratto aureolato di Diego Armando Maradona, con tanto di «Mano de Dios». Gli stili si inseguono: c’è chi ha scelto la via dell’iperrealismo, come Neve, Acme107 e Cheone, e chi vi ha aggiunto un tocco ironico, come Crea e Gattonero.

ARTICOLO DI SIMONE FINOTTI DEL 11 FEBBRAIO 2016, IL GIORNALE

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