MONTEBELLUNA
La figlia imbratta la chiesa, i genitori la “ripuliscono”. Si potrebbe chiudere senza strascichi la questione relativa all’imbrattamento, da parte di una giovane, della chiesa di Santa Maria in Colle, sull’ingresso laterale sud. Per evitare conseguenze troppo serie, come una denuncia, i genitori della ragazza si sarebbero infatti offerti di ripulire il tutto o quantomeno di finanziare i lavori di ripulitura. Così avrebbero lasciato intendere ai carabinieri, che stanno trattando la cosa assieme alla polizia municipale. A quanto sembra, la giovane aveva agito lunedì di Pasquetta, dopo aver ben controllato, assieme a due amiche, che non ci fosse gente nelle vicinanze. Fra le scritte, oltre a riferimenti al peccato e all’inferno, anche la classica A che indica anarchia. Probabilmente la ragazza non sapeva che la zona è ben controllata da telecamere, che hanno registrato tutto. La scelta dei genitori di accollarsi l’onere della ripulitura ha fatto capolino anche sul web, suscitando reazioni contrapposte. Da un lato, infatti, c’è chi applaude i genitori e si mette nei loro panni; dall’altro chi invece giudica l’atto troppo grave perché la ragazza possa uscirne così a buon mercato. «Onore alla famiglia -scrive un montebellunese- ma io avrei messo la ragazza a ripulire e non i genitori». E un altro: «Ma che lavata di testa vuoi che diano ormai? Se si è arrivati a profanare una chiesa per il proprio divertimento? Anch’io ne ho fatte nella mia vita ma senza mai deturpare simboli sacri, monumenti o cose storiche. I miei mi hanno insegnato i valori». Il sindaco Marzio Favero spiega: «Se fossimo in presenza di una proprietà pubblica la denuncia sarebbe immediata e non ritirabile. Essendo proprietà della parrocchia spetta a lei decidere. Comunque è giusto che chi ha agito si interroghi su ciò che ha fatto capendo che danneggiare immobili pubblici o privati è un danno alla comunità, sia economico che simbolico». Un suggerimento. «Potrebbe fare un po’ di servizio civile».
LAURA BON, IL GAZZETTINO DEL 4 APRILE
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