TORINO
Il sindaco a Barriera di Milano annuncia due progetti “La città è sicura, ma così la percezione è diversa”
RIPULIRE i muri dagli scarabocchi: non solo quelli degli edifici pubblici, ma anche quelli degli stabili privati, su cui adesso – questa è la novità – il Comune intende estendere il proprio raggio d’azione, impegnandosi in prima persona nella pulizia a fianco dei proprietari. E poi le biblioteche, «aperte anche di notte, come punti di incontro e luoghi per spettacoli, concerti ed eventi. Insomma, luoghi per la creatività». L’obbiettivo del sindaco Piero Fassino è far crescere la percezione di essere in una città sicura, in una città vivibile.
TRAGUARDO che si raggiunge con la lotta al “graffitismo selvaggio”, come lo definisce lui stesso, e lasciando le porte delle biblioteche sempre aperte.
Un vetro rotto chiama un’altro vetro rotto, degrado chiama degrado, e soprattutto chi è disposto a farlo, come insegna la celebre teoria criminologica americana. Non che Fassino intenda seguire le orme del collega Rudolph Giuliani, quando fece di New York la città della “tolleranza zero”. È convinto, però, che serva intervenire contro gli imbrattatori perché è anche dal decoro urbano che passa la percezione della sicurezza urbana. Il primo cittadino ha annunciato di aver ottenuto un risultato su questo fronte dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Nel nuovo decreto sicurezza che sarà approvato dal governo nelle prossime settimane – ha fatto sapere mercoledì sera, parlando ai militanti del circolo del Pd di Barriera di Milano -saranno inclusi, su richiesta mia e dei sindaci italiani, anche gli interventi contro il graffitismo. In particolare i Comuni saranno autorizzati a intervenire su tutti gli edifici urbani imbrattati, anche quelli privati, mentre attualmente non è concesso e rischiamo di essere richiamati dalla Corte dei Conti». Fassino pensa così di aprire la strada a un meccanismo di compartecipazione del Comune alle spese per la pulizia dei muri imbrattati, magari anche attraverso incentivi fiscali sulle tasse municipali nei confronti dei privati. Un’azione – la lotta agli imbrattatori – da unire ad altri interventi capaci di migliorare la qualità urbana: l’illuminazione pubblica al led, gli interventi di rigenerazione urbanistica delle periferie. Da qui la seconda idea, biblioteche sempre aperte, lanciata ieri sera sempre in Barriera di Milano, dal Museo Ettore Fico durante la presentazione di una ricerca sulla creatività dei giovani. «Le periferie di Torino non sono né Moellenbeck né le banlieue: descriverle come un problema drammatico non corrisponde alla verità», ha detto Fassino al Circolo Pd presenti la presidente uscente della Circoscrizione 6, Nadia Conticelli, e la candidata dei Moderati Carlotta Salerno. I problemi, inutile negarlo, ci sono. «A tutte le riunioni del Comitato per la sicurezza in Prefettura – ha raccontato il primo cittadino – pongo il problema di Barriera di Milano, e mi viene detto dalle forze dell’ordine che lo conoscono e che intervengono.
Se voi – ha aggiunto rivolto ai militanti – mi dite che sono insufficienti, vuol dire che c’è un’ulteriore criticità da affrontare e la affronteremo». Le osservazioni più ricorrenti riguardano la presenza dei campi rom abusivi: dopo lo sgombero di lungo Stura Lazio, un altro ne è spuntato in corso Vercelli. E poi c’è la questione dell’accampamento di via Germagnano. «Il prossimo superamento al quale ci dedicheremo», ha preannunciato Fassino. «In Barriera di Milano avverrà nei prossimi anni la più grande opera di trasformazione: qui si costruisce il futuro di Torino, con la linea 2 del metrò e la variante 200». Non ci sono solo gli scarabocchi, poi. Ma anche la street art, un tema al quale è stato dedicato ieri un convegno con gli artisti all’Accademia Albertina. «Promuoveremo – ha preannunciato Fassino – una campagna culturale per valorizzare il concetto di città come bene comune e ricordare allo stesso tempo che i writers sono una forma artistica».
GARBIELE GUCCIONE DIEGO LONGHIN
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