Distrutti anche arredi urbani e la pensilina della fermata dei bus
GROTTAFERRATA – Sono già ricomparsi a Grottaferrata disegni e scritte con la vernice sui muri intorno al mercato coperto dove l’Amministrazione comunale, solo poche settimane fa, ha effettuato un’opera di ripulitura pagata con i soldi dei cittadini. I writers imbrattatori non hanno perso tempo anche se, per il momento, scritte e disegni sono stati vergati nella parte più nascosta della struttura, non visibile dal piazzale adibito a parcheggio. Un intervento necessario servito a rimuovere scritte razziste, disegni osceni e messaggi di ogni genere che, per mesi, hanno campeggiato sul muro di piazzale San Nilo, visibili anche ai turisti in visita all’ omonima Abbazia . Un biglietto da visita poco edificante per gli ospiti e un’immagine indecorosa per tutti i cittadini. Ora il muro, almeno quello, è pulito ma non si sa quanto durerà. Se lo chiedono in tanti, compresi gli operatori del mercato coperto. «Qui non c’è alcuna sorveglianza – afferma una commerciante – e i vandali hanno già ricominciato a sporcare, uno di noi ha tentato di ripulire alcune scritte ma molte sono rimaste». I vandali agiscono di notte e nei luoghi più isolati, imbrattando ogni muro pulito, senza essere visti o denunciati da nessuno. Una storia che a Grottaferrata si ripete da mesi. Solo qualche giorno fa ha sporcato, con scritte a favore degli ultras laziali detenuti in carcere a Varsavia, il muro lungo la via Anagnina, all’altezza dell’incrocio con viale San Nilo. Ma oltre alle scritte vengono compiuti anche veri e propri atti vandalici. Come quello avvenuto poco prima di Capodanno contro la pensilina del Cotral, situata davanti al cimitero comunale, che è stata praticamente distrutta. Spaccati i pannelli che riparano dalle intemperie, divelta dal cemento la panchina. Sembrava che sul posto fosse passato un tornado. Considerando che sono soprattutto persone anziane ad aspettare l’autobus, davanti al cimitero sulla via Anagnina, dove non c’è altro riparo dalla pioggia né spazi dove sedere ora che la panchina è fuori uso, il disagio creato a tanti cittadini è notevole. Naturalmente per chi si diverte a danneggiare la cosa pubblica, come accaduto alla statua della Madonna del Parco Patmos, a cui sono state spezzate le dita delle mani e imbrattato il volto con la vernice rossa, parole come decoro e rispetto per gli altri non sembrano avere alcun valore.
Articolo di Daniela Fognani apparso il il 7 gennaio 2014 su Il Messaggero
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