Erba – Sono stati identificati i graffitari che avevano imbrattato, anche con scritte blasfeme, il portale della chiesa di sant’Eufemia, la sede del Partito Democratico e un tendone dell’Istituto San Vincenzo. I carabinieri di Erba, dopo un’inchiesta condotta in collaborazione con la polizia locale, li hanno denunciati per i danneggiamenti causati il 1° aprile e il 25 maggio.
Si tratta di due minorenni di 16 e 17 anni, residenti in un paese dell’Erbese. Proprio a casa di uno dei due, i militari hanno trovatole bombolette che sarebbero state utilizzate per imbrattare gli edifici: la prova che chiude il cerchio delle indagini che andavano avanti da settimane.Ciò che tranquillizza è che sembrerebbero degli atti puramente vandalici, seppur molto gravi: visti i luoghi colpiti non erano state escluse difatti piste e fini ben peggiori, che lasciavano presagire a una sorta di minaccia al mondo della chiesa e a quello politico. Ora i due minorenni dovranno fare i conti con la giustizia. Su di loro pesa la denuncia presentata alla procura dei minori che procederà per quanto riguarda i reati penali. Ma la coppia di giovanissimi ha infranto anche il regolamento di polizia locale che prevede, in casi simili, una sanzione fino a 500 euro. Non è esclusa però la possibilità che la pena, o per lo meno ciò che decreterà il Tribunale dei minori, venga ridotta e affiancata a condotte riparatorie. «Per questi reati, a livello penale, sarà il giudice a imporre o meno dei lavori di pulizia o comunque socialmente utili – commenta il vicesindaco e responsabile della polizia locale, Claudio Ghislanzoni – Resta però il fatto che se i due si offrissero volontariamente di intraprendere delle condotte riparatorie, potrebbero trarne beneficio anche sulla pena che sarà inflitta loro per i fatti compiuti, oltre che ovviamente a livello personale per capire i danni recati. Per ora però non abbiamo avuto richieste di questo genere». Gli atti vandalici, infatti, pesano sulla fedina ma ancor più grave è l’aver rovinato per puro divertimento, utilizzandolo come una tela improvvisata, il portone della chiesa di Sant’Eufemia, bene storico e monumentale, il cui restauro era stato terminato solamente un mese prima. «Noi avevano chiesto i danni – dice Mario Chessorti dell’associazione “Quei del Masigott” – presentando denuncia ai carabinieri. Ovviamente abbiamo cancellato immediatamente la scritta ma tuttora manca la riverniciatura del portone. Si tratta di legno antico e il lavoro dovrà essere eseguito da un falegname esperto». Non potranno quindi mettere le mani una seconda volta su sant’Eufemia, seppur con altri fini, i due minorenni. Ma qualora volessero rendersi utili potrebbero occuparsi di altre aree e di altri beni al servizio dell’intera comunità erbese.
Articolo di Stefania Valsecchi apparso il 12 giugno 2014 su La Provincia di Como
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