BOLOGNA – La prossima settimana l’incontro in Comune sulla candidatura a patrimonio dell’umanità
Se ne parla ormai da sette anni. Fino a un paio d’anni fa sembrava un sogno irrealizzabile, ma adesso la candidatura dei portici all’Unesco si avvicina davvero. Fra qualche giorno il Comune farà un incontro con i funzionari del ministero dei Beni culturali, a cui saranno presenti anche la direttrice regionale Carla di Francesco e la soprintendente di Bologna Carla Grifoni, e i funzionari dell’Unesco per portare avanti il dossier bolognese e dare ai 42 chilometri di portici il riconoscimento internazionale. Non solo gli archi di San Luca, quindi, su cui l’amministrazione ha lanciato l’anno scorso il crowdfunding e ha appena raggiunto l’obiettivo dei 300 mila euro. La candidatura prevede infatti tutto il tracciato dei portici cittadini su cui, qualora la pratica andasse avanti, ci sarà da fare un lavoro importante di riqualificazione. Negli anni il Comune ha tentato ripetutamente di sensibilizzare i cittadini sulla cura dei portici, la cui manutenzione spetterebbe ai privati, ma gli sforzi sono spesso stati vani. Incentivi, sgravi fiscali, facilitazioni per i residenti volenterosi, fino alla convenzione con le cooperative sociali per far ridipingere i muri rovinati dai graffitari: Palazzo d’Accursio ultimamente le ha tentate tutte e qualche risultato in certe zone inizia a vedersi. Ma il processo è ancora lento. Cosa che preoccupa Fabio Roversi Monaco, ex rettore dell’Alma Mater, già presidente della Fondazione Carisbo e ora alla guida di Genus Bononiae che l’altra sera, intervenendo all’incontro «Bologna come ti vorrei» promosso da Paolo Giuliani e Angelo Rambaldi nella sede dell’Acli in via Lame, ha messo in guardia il Comune: «Tra qualche giorno ci sarà un incontro tra amministrazione e Unesco per stabilire se i portici debbano diventare un loro patrimonio – ha detto -: se il loro rappresentante visiterà San Luca non ci saranno problemi, ma se farà il giro di tutti i portici non la vedo bene per Bologna. L’Unesco, nel decidere, tiene conto anche della manutenzione dei beni e alcuni portici sono decisamente sporchi». Parole che suonano come una conferma di quanto detto a novembre dal presidente della Commissione nazionale italiana dell’Unesco Giovanni Puglisi che nel corso di una conferenza sul tema si era espresso a favore dell’ingresso degli archi nell’Unesco, dicendo però al Comune di «fare attenzione alla pulizia». Il ragionamento di Roversi Monaco si è inserito in una polemica generale sullo stato della città, definita «sporca, soprattutto a causa dei graffiti. Alcuni sono di qualità – ha aggiunto – ma la maggior parte è oscena e ha l’effetto di rovinare la città». Parole a cui ha replicato l’assessore al Marketing territoriale Matteo Lepore che conferma l’incontro con l’Unesco: «Siamo a buon punto sulla pulizia dei portici, ma comunque tutti quelli che vogliono dare una mano con risorse per pulirne un pezzo sono ben accetti».
Articolo di Daniela Corneo pubblicato sul Corriere della Sera il 9 ottobre 2014
Delia Hafez
31 ottobre 2014 at 22:47
Bologna è diventata un aborto, irriconoscibile rispetto al mio periodo universitario, terminato nel 2000. All’epoca c’era il problema del degrado creato dai “punkabestia”: la nota via Zamboni divenuta covo di gente nullafacente, con cani pericolosi e puzzolenti, bottiglie lasciate lì per puro sfregio. Con buona pace del Teatro Comunale e degli edifici storici del circondario.
Adesso abbiamo il problema dei graffiti. Ogni volta che ci torno per me è un tuffo al cuore, e quindi ci torno il meno possibile…
Marialuisa Amato
12 novembre 2014 at 16:42
Sottoscrivo in pieno le parole di Delia Hafez. E parliamo di una citta’ del Nord. Lo scempio non ha confini geografici…