Nei raid spesso portano con sé mazze e bastoni. Non temono di scontrarsi con vigilantese forze dell’ordine.E molti di loro considerano la violenza fisica parte dell’esperienza trasgressiva.È il ritratto dei “writers vandalici” che emerge dal dossier fatto dall’Associazione nazionale antigraffiti con il nucleo Tutela decoro urbano della polizia locale.
Proprio nella notte fra sabato e ieri, i vigili hanno fermato due giovani writers che si erano introdotti nel deposito Atm di Bisceglie. Gli agenti li hanno raggiunti prima che riuscissero a imbrattare i treni della metropolitana. Ed è solo l’ultimo episodio di una lunghissima serie. In città il writing vandalico è sempre più diffuso: scritte fatte con l’acido sui vetri dei negozi, pareti deturpate con vernice sparata con estintori modificati, griglie divelte per accedere alle fermate del metrò. «Tutti gli indicatori dicono che i writers sono sempre più portati al vandalismo e alla sfida all’autorità, anche fisica – dice Fabiola Minoletti, portavoce dell’ Associazione nazionale antigraffiti -. Imbrattare è il pretesto per commettere reati».
Il dossier analizza i comportamenti di 213 imbrattatori fermati a Milano negli ultimi tre anni. In 36 pagine di note e fotografie (molte delle quali tratte dai computer sequestrati ai writers), si traccia un identikit dell’imbrattatorea partire da alcuni dati statistici. Il 47 per cento ha un’età compresa fra 19 e 25 anni, mentre il 12 per cento dei fermati è minorenne. Sette su dieci hanno frequentato un liceo artisticoe la metà di loro lavora nel mondo del disegno e della grafica. Il 22 percento dei writers identificati è cittadino straniero, o ha entrambi i genitori stranieri, e le ragazze sono il 2 per cento del totale. Una parte rilevante dell’indagine riguarda i precedenti penali: il 31 per cento dei ragazzi fermati per avere imbrattato muri o treni, al momento del fermo aveva denunce precedenti per lo stesso reato. Il 9 per cento aveva invece subito condanne per reati come danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e aggressione, spesso connessi al writing . Gli episodi più eclatanti di aggressione a guardie private o agenti delle forze dell’ordine si sono registrati fra l’aprile del 2013 e lo scorso agosto, con veri e propri raid alla fermata della metropolitana Villa Fiorita e al deposito Atm di Gorgonzola.
L’indagine analizza anche un altro fenomeno: l’evolversi delle strategie dei writers per sfuggire a denunce e condanne. Il 15 per cento degli indagati avrebbe infatti cambiato la firma con cui imbratta i muri, per rendersi irriconoscibile agli investigatori. E da quando prima dell’estate scorsa Atm ha rafforzato i controlli nei depositi di tram e metrò – ottenendo un calo nel numero dei blitz che l’azienda stima nel 70 per cento -, molti writer milanesi avrebbero cominciato a fare trasferte. Lo dimostrerebbero alcune tag di writers milanesi comparse sui vagoni della metropolitana di Brescia.
Articolo di Franco Vanni pubblicato su La Repubblica l’11 nobembre 2014
Maria Antonia Livi
12 novembre 2014 at 08:53
Dopo aver visto anche il servizio su TG della 7 (dell’11 novembre alle 14) siamo davvero ormai in troppi a domandarci perché in PARLAMENTO SI ASPETTA ANCORA CHE ACCADANO TRAGEDIE per cominciare a capire che IN ITALIA VA CAMBIATO PARECCHIO E IMMEDIATAMENTE.
PER FAVORE
PARLAMENTARI DI CENTRO -DI DESTRA – DI SINISTRA ECC. ECC. (qui messi in ordine alfabetico)
FATECI LA SANTA CARITà DI NON INSISTERE A FICCARE, ANCORA E ANCORA, LA TESTA SOTTO LA SABBIA …COME FAN GLI STRUZZI.
Nessuno che ha un po’ di amore per il Paese si sente contento a dover poi dire VE L’AVEVAMO DETTO, mentre decide di dare ad altri il suo voto oppure di non votare affatto..che è la cosa peggiore che può accadere a un paese che ambisce alla civiltà e alla democrazia.