Expo Renzi: quattro teppistelli figli di papà non rovineranno tutto. I pm: devastazione. Incidente al padiglione turco, ragazza contusa
In tanti ripuliscono le strade e i muri. Pisapia: risorgiamo. E Alfano: cortei a rischio, più poteri ai prefetti
Volontari a ripulire strade, vetrine e muri devastati dai black bloc: il giorno dopo i cortei, Milano reagisce e incassa il successo dell’inaugurazione dell’Expo.
Una chiamata alla città, un appello all’orgoglio civico. E il risarcimento dei danni subiti dai commercianti e e dai cittadini. Il sindaco Giuliano Pisapia, la giunta e il Pd invitano i milanesi, questo pomeriggio alle 16, in piazzale Cadorna per dare una mano a ripulire la città. Non che ce ne fosse bisogno perché già venerdì sera, poco dopo il passaggio dei black bloc la gente è scesa in strada per pulire e per cancellare le scritte sui muri. Così come si sono mossi i mezzi del Comune. Amsa e il Nucleo di intervento rapido dei Lavori pubblici di Carmela Rozza hanno operato per tutta la notte e tutto il giorno.
Ma il messaggio politico di Pisapia è chiaro: «Milano non può accettare chi viene qui per violentarla o sabotarla. La città risorge e risponde no alla violenza e sì all’unità contro chi vuole cercare di dividerla. Oggi chiameremo tutta la città a dare un contributo per pulirla dalle scritte e dai danni non degni di una città civile fatte da un manipolo di delinquenti». Dall’altra parte il governatore Roberto Maroni: «Spero che i violenti di ieri finiscano in galera e non riescano ad ottenere alcun beneficio dalla giustizia. Ho chiamato il mio assessore al Bilancio e gli ho detto di predisporre la costituzione di un fondo che alimenteremo, per adesso, con 1,5 milioni di euro per risarcire i danni ai cittadini». Stessa cosa farà il Comune quando ci sarà la stima dei costi.
Il day after parte con la riunione in prefettura del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza e si conclude con l’apertura di Expo in città. Il bollettino di guerra è impressionante. La devastazione di un chilometro e 200 metri di centro cittadino parla di ventisette auto danneggiate di cui 17 date alle fiamme, 13 banche assaltate a cui si aggiungono 12 esercizi commerciali presi di mira dai black bloc, distrutto un ascensore della Mm di Cadorna, accecate le telecamere di sicurezza, divelti i sedili di tre carrozze del metrò, abbattute due paline informative e una sfilza infinita di muri sfregiati dalle tag. Nei prossimi giorni il livello della sicurezza resterà altissimo.
«Non toccate Milano» è l’hashtag che circola in rete. Un presidio che potrebbe trasformarsi in una manifestazione al contrario rispetto a quella di venerdì. Con partenza da piazzale Cadorna, devastata dagli scontri, per proseguire in via Carducci e via De Amicis fino ad arrivare in XXIV Maggio. Tante «stazioni» dove fermarsi e ripulire i muri. Gli uomini del Comune (Nuir) e dell’associazione Anti-Graffiti metteranno a disposizioni pennelli, guanti e teli di plastica in quattro luoghi della città: l’istituto delle Orsoline, il mercato della Darsena, i caselli daziari di XXIV Maggio e piazzale Cadorna.
La parola d’ordine è reagire. «È uno scatto d’orgoglio della città – continua Pisapia – perché Milano è una città che non si fa ferire e sa subito guarire». Tante le adesioni. Ci saranno l’Anpi, i City Angels, i comitati dei cittadini, Claudio Bisio, Sergio Escobar, Nando Dalla Chiesa, ma anche l’ex ad di Luxottica e ora consigliere personale di Matteo Renzi, Andrea Guerra. Pisapia invita anche il leader della Lega, Matteo Salvini che ieri ha attaccato duramente il sindaco: «Pisapia coccola i centri sociali». La risposta: «Salvini dia un segnale forte e venga anche lui ad aiutare la nostra comunità a ripulire quel pezzo di città che è stato sporcato». Ma sia la Lega che il centrodestra hanno già annunciato per domani due presidi alternativi: uno in piazza della Scala, l’altro in via Carducci. E con Ndc chiedono di disertare la manifestazione voluta dal sindaco. Altro che unità.
Articolo del Corriere della Sera di Maurizio Giannattasio del 3 maggio 2015
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