MILANO – Graffiti, tag, scritte, scarabocchi. I writer non hanno avuto pietà neanche delle chiese. L’elenco dei luoghi di culto imbrattati in città è lungo. L’ha stilato l’Associazione nazionale antigraffiti (vedi tabella). Ben 14 templi religiosi portano sulle proprie mura i segnali del passaggio di vandali armati di vernice spray. Si va dalla Basilica di San Lorenzo alla chiesa di San Fedele dietro a Piazza Scala fino al Tempio valdese in via San Giovanni in Conca e alle chiese di Santo Stefano al Verziere e di San Tommaso in via Broletto, giusto per citare alcune delle strutture più danneggiate.
I luoghi di culto colpiti sono quasi tutti in centro. I danni arrecati dai writer alle antiche chiese ammontano a migliaia di euro. Difficile arrivare a una stima precisa, perché anche dopo la cancellazione di tag e scritte i muri vengono risporcati dopo pochi giorni. I graffitari sembrano accanirsi proprio sulle chiese. Un fenomeno non certo nuovo, come testimonia Fabiola Minoletti, segretaria dell’Associazione nazionale antigraffiti e portavoce del Comitato Abruzzi Piccinni: «Già nel 2011 avevamo preparato un report con un lungo elenco di luoghi di culto imbrattati. Da allora non è cambiato nulla». Un fatto molto grave, secondo la Minoletti: «Queste scritte che sfregiano da anni i nostri monumenti e le nostre chiese offendono la nostra storia e la nostra città. Ed è ancor più triste constatare come si stia sempre più affermando una nuova corrente di writer vandalici che a differenza del passato non rispetta più neanche i monumenti e i luoghi sacri». Complicato per la Curia ambrosiana, proprietaria delle chiese milanesi, far fronte alle spese per la pulizia di tutti i luoghi di culto. Servirebbe un investimento di migliaia di euro. Senza contare che ogni intervento richiede il via libera anche della Sovrintendenza ai Beni architettonici e Paesaggistici. Il Comune, per ora, ha le mani legate per un eventuale supporto alle comunità religiose per la pulizia dei muri: «Le interdittive antimafia hanno temporanamente bloccato l’appalto per la pulizia dei graffiti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza -. L’obiettivo dell’amministrazione, comunque, resta quello di offrire alla Curia una prima pulizia delle chiese maggiormente rappresentative nel centro della città a fronte di abbonamenti per mantenere privi di imbrattamenti quei luoghi».
Articolo di MASSIMILIANO MINGOIA pubblicato su Il Giorno il 23 agosto 2015
Marco Mercuri
25 agosto 2015 at 16:32
Dice l’assessore ai lavori pubblici: ” L’obiettivo dell’amministrazione, comunque, resta quello di offrire alla Curia una prima pulizia delle chiese maggiormente rappresentative nel centro della città a fronte di abbonamenti per mantenere privi di imbrattamenti quei luoghi».
Obiettivo appannato forse?
Ho capito male o il concetto espresso dall’assessore è:
“Pulisco io una volta la chiesa, se tu ti abboni per il futuro”.
E la Curia con chi è che si dovrebbe abbonare per le pulizie successive – visto i precedenti di appalti vari o stoppati dal Tar o da interdittive antimafia (vagamente caotici e inquietanti).
Poi mi pare che ci sia la mancanza di garanzie da parte del Comune che ci sarà controllo, telecamere, vernice antigraffiti o altro.
Ma forse mancava spazio all’articolista e così è saltata qualche riga…