Milano devastata dopo un corteo di protesta.

Milano devastata dopo un corteo di protesta. Ingenti i danni.

 

Domenica 19/2/2012. Milano si risveglia cambiata, nuova. Una lunga passeggiata da Porta Lodovica fino a Piazza Fontana, attraversando
Corso Italia, Via Albricci e Via Larga è uno spettacolo da periferie americane anni 80.

Ho potuto contare in 1 km e mezzo oltre 300 nuovi graffiti che non hanno ovviamente risparmiato alcun edificio. Gli articoli di oggicitano il numero delle adesioni al corteo e i danni alle banche. E’ certamente vero: nessun bancomat era operativo lungo il tragitto, tutti distrutti. Non è stato invece menzionato che ogni altro edificio privato e pubblico è stato vandalizzato con precisione quasi geometrica. Loslogan “no tav” è presente ovunque: sui muri della scuola militare
Teuliè, della chiesa di Santa Maria dei Miracoli, della Asl, del palazzo Touring, della sede Inps (ormai abbandonata al degrado più assoluto), di tutti gli edifici privati, sulle saracinesche e su tutte le pensiline ATM.

I danni sono ingenti e come spesso accade, poco verrà ripristinato.

Nessuno identificato, nessuna denuncia, nessuna presa di posizione delle amministrazioni. Tutto autorizzato dunque, nell’indifferenza di tutti.

Buona domenica,

GMS

 

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3 Responses to Milano devastata dopo un corteo di protesta.

  1. Gian Marco Serra Rispondi

    27 febbraio 2012 at 09:13

    E’ passata una settimana; nulla è cambiato.
    Milano dovrebbe ambire ad essere una Città Europea? con che faccia ospiteremo l’Expo tra 3 anni?

    • Andrea Rispondi

      29 febbraio 2012 at 00:22

      E’ la domanda che pongo all’Amministrazione Cittadina e sono ancora in attesa di ricevere una risposta.
      Intanto gli spazi ai writer artisti continuano a essere concessi ma le cose ovviamente non cambiano.
      Chi crede che ci sia una connessinoe in questo è un ottuso!

      • Gian Marco Rispondi

        29 febbraio 2012 at 20:54

        I graffiti sono per il 90% vandalismo puro. Non è arte a scrivere sui mezzi pubblici o sulle vetrine dei negozi con l’acido. E’ semplicemente un modo per marchiare il territorio e per trasgredire.
        Il comune intanto ignora il fenomeno.

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