Milano – Domenica 10 novembre, ore 11.00: una volontaria dell’Associazione Nazionale Antigraffiti, E.P., ha finito di ripulire l’Ufficio Postale che si affaccia in vicolo San Sempliciano, il Bancomat giallo e una cassella della posta, oltre alla casella della posta dove si trova l’ingresso in via Tessa.
Il prodotto utilizzato per la rimozione è il gel Remover della PURETI oltre a un detersivo al cloro per altro tipo d’intervento.
Ecco le immagini del prima e del dopo.
NONNA VINC
11 novembre 2013 at 06:28
Dunque? Basta volere e si può. Bene. Anzi BENISSIMO. Grazie a chi ha dimostrato che è POSSIBILE.
SPERO con tutto il cuore che chi abita dov’è appare normale che ci sia incuria, capisca che è possibile pulire.
SPERO che si faccia promotore attivo di RICHIESTE DI DECORO.
SPERO che chi deposita il proprio danaro alle Poste, ma anche in tutte quelle grandi, scintillanti e belle banche, quelle che appena passata l’uscita dal loro mondo dorato, mostrano il DISINTERESSE TOTALE DELLA SCHIFEZZA ESTERNA.
RIBELLATEVI alla trascuratezza, CHIEDETE PULIZIA. Io lo faccio, con educazione, ma lo faccio, perché dove compro o lascio il mio danaro ESIGO sia mantenuto il minimo decoro anche fuori. Per me e per gli altri. Altrimenti…avviso che: io sono pronta a cambiare fornitore. Vi garantisco che al 70% funziona!
E’ facendo così che ho ottenuto molti, molti, ma molti cambiamenti nel mio quartiere.
Perché è sempre CHI TACE …CHE ACCONSENTE.
NONNA VINC
11 novembre 2013 at 06:52
Una domanda:
è cosa nota che gli sporcaccioni delle tags van presi sul fatto per poterli punire (si fa per dire), ma a chi appiccica di tutto e ovunque, per promuovere abusivamente sue varie attività (compresi i cercatori di voti per elezioni varie) e lascia un riferimento evidente, proprio per ESSERE RINTRACCIATO, com’è che ANCORA non si VUOLE trovare un modo per contenere almeno questo tipo di vandalismo.
Perché è vandalismo, gli autoadesivi danneggiano, talvolta in modo irreparabile, le vernici di ciò che ricoprono.
Una telefonatina o un contatto da parte del Corpo di Vigilanza Urbana, che, tanto per cominciare, sollecita la rimozione entro tot giorni e poi passa a una sostanziosa multa? Noooo???
O anche le etichette e i messaggi di ogni tipo, sono catalogate fra le tante, confuse, pretese afferibili alle sacre, intoccabili, espressioni dell’art street?
Attendo risposte, non per condividere lagne. Piangere insieme non serve a nulla.
Aspetto risposte concrete dalle istituzioni preposte. O è troppo?
Luciano
22 novembre 2013 at 22:13
Nonna Vinc, devo dire che mi è piaciuta l’ipotesi (solo quella, purtroppo) della telefonatina o sollecito (i mezzi di comunicazione non mancano)alla rimozione dei volantini o stickers appiccicati ovunque. Certo, in un paese normale, sano, con un’amministrazione che funziona e che applica le normative e le sanzioni alle violazioni, tutto ciò sarebbe normale.
Invece, ormai pare evidente che ci troviamo in un paese tutt’altro che normale, con persone che anche nelle istituzioni non sanno, non vogliono o non riescono ad applicare semplicemente le leggi esistenti senza pensarne inutilmente di nuove, ci troviamo a combattere ora contro i mulini a vento, perché tali ormai sono da considerare quelle persone che si appropriano delle infrastrutture pubbliche per usarle come una bacheca personale. Come detto, basterebbe poco: avviso, scadenza del termine, multa: non paghi? Allora pulisci non solo il luogo che hai arbitrariamente usato, ma anche altri 10 simili. E se ci riprovi, la multa raddoppia. Non paghi ancora? Stavolta vai un mese in galera… E così via! Tempo 6 mesi, e non vedremmo più nemmeno un francobollo attaccato ad un semaforo spento.
Ciao, e forza con le pulizie, noi ci siamo sempre!