I GRAFFITI ARRIVANO SUI BANCHI DI SCUOLA

UN MANUALE CURIOSO

Imbrattare muri non è certo un’azione meritoria, ma giocare con la fantasia per inventare splendidi graffiti è diventata un’attività di successo per molti writer. Ora Chris Jeroo Ganter ha scritto un libro, Graffiti school. Il manuale dello studente (L’Ippocampo), che racconta ai ragazzi la storia di questa forma d’espressione dai tempi di Pompei e spiega i segreti della “bomboletta”, mentre agli insegnanti suggerisce come svolgere lezioni pratiche e prendere spunto dai graffiti per altre attività e approfondimenti.

Share This Post

3 Responses to I GRAFFITI ARRIVANO SUI BANCHI DI SCUOLA

  1. Frode Rispondi

    26 novembre 2013 at 13:09

    Sono anni che insegno ai ragazzi graffiti, nelle carceri, all’estero. Sono anni che esistono libri sul fenomeno e che il writing è approdato nelle scuole, ricordo che la prima lezione di writing la feci al liceo Allende di Milano, quando ero solamente diciottenne.
    Svegliatevi e aprite gli occhi, non spacciate idiozie come novità, appoggiate semmai un cammino cosciente verso la legalità e modificate il tono da caccia alle streghe, ne guadagnerete in credibilità, cosa che adesso non avete.

    Frode

    • Andrea Rispondi

      29 novembre 2013 at 22:43

      Avvocato Frode,
      è riprovevole quanto da lei scritto. La “caccia alle streghe”? Se la sente…forse perché non è molto coerente da quanto dice ma poi, a volte, fa. Noi siamo favorevoli all’arte e a tutte le sua manifestazioni, quindi anche alla Street art. Le ricordo che lei sta commentando una notizia pro Street art nel nostro sito.
      Mi pare che lei sia piuttosto come “dottor Jekyll e mr Hyde”: artista di giorno e writer di notte. Non credo che debba dare ai volontari, che s’impegnano a rendere la città più decorosa, lezioni su cosa sia più giusto fare. Non abbiamo mai eliminato murales e i nostri interventi sono sempre subordinati all’autorizzazione della proprietà. Sappiamo, per il vostro spiccato esibizionismo, che le vostre gesta non sono sempre riconosciute come “legali”. La invito a chiarirsi le idee per comprendere che l’art.639 del codice penale, per quanto per il momento non particolarmente applicato, esiste ancora.
      Eppure il concetto è semplice: “se il supporto è autorizzato il graffito è legale”. Un concetto forse banale, ma non ancora compreso dai suoi colleghi writer.

      Con i migliori auguri per una rapida redenzione.

      Cordialmente.

      Andrea

  2. Luciano Rispondi

    1 dicembre 2013 at 00:39

    “Frode”?? Nomen Omen, si sarebbe detto tempo addietro, di fronte a un tale tentativo di mistificazione di evidente degrado urbano, che questo signore tenta di giustificare facendolo passare per espressione artistica. Questo si, è un tentativo di…Frode.
    Neppure lui, che addirittura insegna graffiti nelle carceri, pare abbia capito che magari qualcuno dei suoi “allievi” ci è finito a causa di quelle lezioni, durante le quali evidentemente non viene correttamente spiegato il concetto di graffito legale o illegale.
    Ma certo, se il nostro “Avv.” Frode insegna graffiti da quando aveva 18 anni, si può capire che quel concetto per lui era da sempre irrilevante, i graffiti insegnava a farli a prescindere dalla superficie da usare allo scopo. Pubblico? Privato? Ma che importa, i problemi sono ben altri… Vero?
    Da parte nostra, il miglior auspicio è che di avvocati possano presto aver bisogno tutti i suoi allievi, lui incluso.

Rispondi a Frode Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>