Il degrado della fermata Arcimboldi Ateneo Nuovo

Riportiamo l’interessante report del Blog Urbanlife Milano per la preoccupante situazione di degrado della zona Bicocca di Milano

Nel 2002 venne aperta la fermata della linea tranviaria 7 “Arcimboldi Ateneo Nuovo”, che unisce tramite un tunnel il quartiere di Precotto col quartiere Bicocca ed ora anche le linee metropolitane 1 e 5. Il tunnel fu realizzato da Pirelli RE a scomputo oneri di urbanizzazione, compresa per l’appunto la fermata sotto il livello stradale del tram 7; una fermata in parte a cielo aperto ed in parte coperta dalla sovrastante strada.

Le banchine, le scale e l’intero ingresso giacciono ora nel più inquietante degrado. Tutto è pesantemente imbrattato dai soliti vandali che lasciano ovunque segni della loro inciviltà. A contribuire a questa desolazione forse anche il fatto che la fermata risulta aperta al pubblico senza alcun tornello. Passandoci recentemente una mattina, ho addirittura pensato che, in alcuni orari, potrebbero esserci seri rischi di incolumità personale. Recentemente il Comune è intervenuto ed ha fatto ripulire un po’ la stazione, ma non è sufficiente.

Dato che questa fermata è intensamente frequentata in alcune parti della giornata e molto meno in altre, servendo soprattutto due importanti poli culturali quali il Teatro degli Arcimboldi e l’Università Bicocca, non sarebbe meglio installare dei tornelli che impediscano l’ingresso indiscriminato durante la notte?

 

Di seguito il nostro reportage.
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link: http://urbanfilemilano.blogspot.it/search/label/Degrado

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2 Responses to Il degrado della fermata Arcimboldi Ateneo Nuovo

  1. Luciano Rispondi

    29 gennaio 2014 at 23:08

    Sono sempre più convinto che le parole, i proclami, le intenzioni e le indulgenze siano la peggior cura (inutile) per queste malattie sociali. Come altrettanto sono convinto che il cittadino indignato, incazzato, preoccupato e anche magari attempato, con tutta la buona volontà non può combattere singolarmente quella che ormai è una guerra senza il supporto di chi non ha più alcuna attenuante per giustificare l’inefficienza di ogni decreto e di ogni legge contro il vandalismo.
    Non c’è nulla da inventare, sarebbe sufficiente rendere esecutive e certe le pene per chi commette ogni tipo di reato contro il patrimonio. Non serve militarizzare la città, sarebbe già un passo decisivo l’istituzione di pattuglie di vigilanza attiva sui depositi ferroviari, con arresti in flagranza di reato e applicazione immediata delle sanzioni massime, pecuniarie e penali, da scontare senza condizionali o attenuanti (ci siamo capiti, magistrati e giudici?). Uno, due, cinque condanne esemplari con esecuzione integrale delle sentenze, ed il fenomeno inizierebbe a ridursi progressivamente. Non ci si riesce? Allora teniamoci la città conciata così, come un porcile, e presentiamola all’Expo. In questo modo, scriveremo la parola FINE, per l’Italia e non solo per Milano, per il presente e anche per il futuro che a questi idioti sembra non interessare. Forse noi non ci saremo, ma davvero preferisco non vedere quale sarà la fine a cui si stanno candidando.

  2. Walter Rispondi

    30 gennaio 2014 at 16:16

    O anche un intervento a livello ministeriale con limitazioni all’uso delle bombolette (Ad esempio solo per chi ha partita iva -Anche se vendute in rete obbligatoria denuncia PIVA).D’altra parte in Australia(Victoria) sono vietati ad es i pennarelli con punta più larga di 6 mm.
    Occorre un intervento dello Stato,a questo punto.Siamo andati troppo oltre nel degrado.

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