Writers , denunciati 34 giovani

L’inchiesta Ultimato il lavoro investigativo della polizia locale per le tag ripetute e l’assalto al metrò

Nei guai per imbrattamento e danni: 21 sono minorenni

Restava un ultimo fascicolo aperto. È stato chiuso anche quello. I cinque incappucciati del blitz al metrò sono stati smascherati. «Gente insospettabile» dice il comandante della polizia locale Roberto Novelli. Ci sono le iniziali, l’indirizzo e un’indagine per danneggiamento e imbrattamento aggravato da futili motivi con intrusione in un edificio pubblico. L’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti schiaccia il tasto play: parte il video che i writers hanno postato su Youtube a gennaio, dopo il blitz nella metropolitana. Storia vecchia: 21 dicembre, cinque anonimi che aprono il tombino con il flessibile, si infilano tra 750 volt in continuo e si danno da fare con le bombolette su altrettanti vagoni.
Qualche firma l’aveva anticipata il Corriere . Adesso ci sono tutti i colpevoli. Il primo: Faes, il recidivo di Busto Arsizio (era ricercato pure lì). Si chiama Andrea G. ha 28 anni e fa il designer (pare abbia persino collaborato con il comune varesotto per il decoro urbano). Il secondo è Bosi, 17 anni (ora è maggiorenne), meglio noto come il terrore di Roma: «Se la vostra metro fa schifo è colpa sua» dice di lui il sito romafaschifo.com.
L’hanno beccato a Milano, fermata Villa Fiorita: un assalto rapido, con il treno bloccato e la gente tenuta in ostaggio. Gli altri tre sono M. F., 33 anni da Varese, P G.., 34 anni da Monza e il lucchese V. C., stessa età. Nessun bresciano. «Erano organizzatissimi: hanno fatto almeno due sopralluoghi prima di colpire. Alcuni sono incensurati, dei professionisti» mette a verbale il commissario aggiunto Omar Gatti. Li hanno pedinati e perquisiti: avevano le case piene di squeezer (bombolette punta larga indelebili), guanti in lattice, passamontagna, chiavi universali per aprire i vagoni e 5 o 600 euro di bombolette. A testa. «Gente con i soldi». Giorni di carcere: zero, probabilmente. «Stiamo lavorando con il procuratore aggiunto Sandro Raimondi ed Emma Avezzù, procuratore della Procura dei minori. In teoria rischiano fino a un anno di reclusione, ma alcuni sono incensurati. Dovranno pagare i danni». Quanto? «Deve stimarli Brescia Mobilità: tenga conto che quei cinque vagoni sono stati tolti e sostituiti. Poi, certo, potrebbe partire anche la denuncia per associazione a delinquere». Non erano soli: il 21 gennaio un altro tizio si è infilato nel sottosuolo. Fine della corsa: ha fermato il treno per una ventina di minuti e ha iniziato a scrivere. Si è fatto fregare dalla firma.
Quattro lettere: Tbag. L’hanno beccato a Vienna il 10 marzo: terzo distretto, vernice viola, accento inglese.
Preso e smascherato: Jack M., suddito di sua maestà la regina Elisabetta, 24 anni, arrestato insieme a tre soci (rischia fino a 5 anni di carcere). I poliziotti austriaci hanno fatto due conti: 45 mila sterline di danni solo nella capitale. L’hanno preso in flagranza di reato e sono saltati fuori gli altarini: aveva sfregiato anche Brescia.
«Ma alla procura abbiamo spedito in tutto 34 nomi», dicono i responsabili della Polizia locale. I tre uomini della squadra antigraffiti di Brescia hanno seguito un altro filone di indagini, oltre a quello della metropolitana: gli habitué di piazza Vittoria e piazzetta Bruno Boni, oltre a qualche palazzo del centro e della periferia, Urago Mella e villaggio Violino soprattutto. Ventotto writers, 8 maggiorenni e 20 minorenni (due di loro hanno meno di 13 anni, non sono perseguibili). C’è ancora qualche fascicolo aperto: «I proprietari dei palazzi denuncino: ci darebbero una mano con le indagini» chiede Novelli. Muchetti ha anche il piano B: «Pugno duro e prevenzione. Ho la lista di 10 muri su cui lasciar sfogare le bombolette, oltre ai corsi di educazione nelle scuole».

Articolo di Alessandra Troncana sul Corriere della Sera, edizione di Brescia, del 17 giugno 2014

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10 Responses to Writers , denunciati 34 giovani

  1. Marco Mercuri Rispondi

    21 giugno 2014 at 07:08

    Ma scusate ho letto bene?
    “Due di loro hanno meno di 13 anni e non sono perseguibili” e però, sotto, poi trovo scritto che si offrono muri per lasciar “sfogare le bombolette”. Ma è uno scherzo?

    Cos’è l’alternativa, dell’ormai grande e generalizzata, bella pensata tipo “le famose stanze de buco” per chi è tossico ed è meglio si confini a farsi di droga in luoghi sicuri e prestabiliti?
    Ma che razza di società stiamo lasciando evolvere nell’estemporaneità di qualche amministratore?

    Le bombolette non possono essere vendute ai minorenni e questo è regolato da una legge penale.
    Mica viene in mente a nessuno, neppure per un attimo che chi “mette in mano bombolette spray a ragazzini è come se passare loro droga”, che le bombolette sono altamente INQUINANTI e TOSSICHE e producono costi sociali altissimi, che arrivano via internet senza controllo alcuno e li ammazzano i ragazzini.
    PERO le ISTITUZIONI ITALIANE, anziché agire per CONTRASTARE e voler vincere la propensione al degrado, s’assestano “inventandosi tolleranze di tipo artistico” sul drammatico fenomeno del graffitismo vandalico, quasi come quando un senzatetto s’assesta su un cartone.

    Occorrono GRANDI PROGETTI COMUNI DI CONTRASTO, deve SUBITO esserci un impegno NAZIONALE FORTE, fermando al più presto i troppi PROGETTI di COMUNI in affanno, con penose e raffazzonate concessioni spot, in palese contrasto con le logiche della legge!

    Qui copio e incollo da articolo:
    Ventotto writers, 8 maggiorenni e 20 minorenni (due di loro hanno meno di 13 anni, non sono perseguibili). C’è ancora qualche fascicolo aperto: «I proprietari dei palazzi denuncino: ci darebbero una mano con le indagini» chiede Novelli.

    Muchetti ha anche il piano B: “Pugno duro e prevenzione.
    Ho la lista di 10 muri su cui lasciar sfogare le bombolette, oltre ai corsi di educazione nelle scuole”.

    • simone brunori Rispondi

      24 giugno 2014 at 14:20

      Ma stai scherzando spero…
      Questa è la prova che in Italia ci sono tantissime persone che hanno la mentalità chiusa con la serratura.
      I ragazzi vanno aiutati e valorizzati, sono ragazzi che vengono dalla strada e si esprimono dipingendo perchè o vanno a drogarsi o fanno quello.
      Bisogna dargli tantissimi posti da dipingere come fanno negli altri paesi che stanno 30 anni avanti a noi…
      Poi stai sicuro che se a un ragazzino di 13 anni gli dai uno spray in mano non lo uccidi…hanno inventato una cosa chiamata maschera anti gas e comunque hanno inventato anche le bombolette ecologiche…
      Un ragazzino ha un valore così bello che supera qualsiasi altro mestiere e lo vogliamo eliminare..no non si fa così..giustamente l’ha usato in modo sbagliato imponendo la sua arte al pubblico ma questo non vuol dire che bisogna levargli lo spray dalle mani.
      Comunque non ci avete proprio niente da fare dovreste occuparvi di cose più gravi che di andare a fare il LAVORO FACILE e arrestare i ragazzini che dipingon…

      • Andrea Rispondi

        24 giugno 2014 at 15:51

        No, la sua risposta è l’ennesima prova che grazie al buonismo suffragato da disinformazione l’Italia è piena e lo dimostra il degrado diffuso nelle nostre città. I ragazzi vanno aiutati e incanalati ma non è certo con la bomboletta spray che risolvono i loro problemi. Le ricordo che la legge prevede il divieto di vendita ai minori delle bombolette spray. Le scritte lasciate sulle nuovissime carrozze della metropolitana non hanno veramente nulla di artistico. Il rispetto verso gli altri e verso il bene comune non s’insegna più nelle scuole o in famiglia.
        Chi ha talento artistico lo può dimostrare in mille modi ma senza imporre la propria arte su supporti non autorizzati. Un vandalo non vuole spazi ma vuole provare il brivido di non essere beccato da qualcuno. Se sapesse che ogni anno i mezzi di trasporto pubblico spendono MILIONI di euro per ripulire ogni anno (Trenord ne spende quattro, per esempio) non farebbe certe affermazioni. Vuole ancora lasciare che i ragazzi si esprimano dove vogliono?

        • Mara Rispondi

          28 giugno 2014 at 20:11

          Condivido al 200%, Andrea. Il permissivismo non deve diventare sinonimo di autorizzazione dell’illegalità. Anche i minorenni diventino perseguibili, ripuliscano i muri visto che non possono andare in carcere, e ristudino l’educazione civica, una materia ingiustamente cancellata dalle scuole.

      • Giacomo Iacobucci Rispondi

        3 luglio 2014 at 20:41

        Signor Brunori, se per Lei “chiuso” significa colui che si oppone all’illegalità, allora sono “chiuso” anch’io! Ma che discorsi sono, mi permetta? Poi cosa significa “o vanno a drogarsi o fanno quello?”. Secondo Lei la vita di un ragazzo, per quanto nato in periferia o in situazioni di disagio, si riduce solo a questo bivio? E se gli si proponesse di scaricare le casse di frutta al mercato piuttosto che servire in pizzeria, piuttosto che far compagnia ad un anziano, secondo Lei accetterebbero? Guardandone alcuni, infognati nei loro smart phones e nei loro jeans ad altezza inguinale, la risposta spontanea che mi viene da dire è: NO. Sai perché? Perché le strade irte e in salita non piacciono, mentre quelle che, per quanto compromettenti, ti consentono un’agevole discesa, vengono apprezzate ed agognate. Poi dov’è tutto questo disagio socio-economico se possono acquistare bombolette che a volte superano anche i 20 euro l’una e, considerando che in molti casi creano soggetti pluricromatici, ne acquistano più d’una? C’è qualcosa che “tocca”, non crede? Come credo che “tocchi” tutto il Suo ragionamento.

  2. Marco Mercuri Rispondi

    24 giugno 2014 at 20:00

    “I ragazzi vanno aiutati e valorizzati, sono ragazzi che vengono dalla strada e si esprimono dipingendo perché o vanno a drogarsi o fanno quello” questo afferma gentile signor Brunori.

    Forse in mezzo però c’è anche altro?
    Sono assolutissimamente in accordo con lei “i ragazzi vanno aiutati”, parlo di minorenni, ma non a scegliere una forma di rimbambimento piuttosto che un’altro: “droga o bombolette spray”

    Quanto ci vuole a capire che ci sono solo “enormi interessi economici” dietro questa puerile scusa dello “sfogatoio artisitico per i più giovani”?
    Mai sentito parlare di sport e attività sane e legali? E’ quello che va “preteso” per loro da chi ha un po’, anche minimo, SENSO DEL FUTURO, per i giovani e per il nostro paese. No io non scherzo affatto quando dico che “mettere in mano bombolette spray”, con la scusa della “street art fasulla”, ai minorenni è una atto gravissimo e irresponsabile.
    E’ come insegnare a un neofita a rollare uno spinello e “fingere di credere che poi non ci riproverà in solitudine”.

    Sto cercando di evidenziare che “armare di bombolette i minorenni”, con la scusa dello svago artistico, nasconde interessi economici sporchi, molto sporchi. Interessi disonesti per entrambi i problemi di cui sopra.
    Non parlo di ideologie o punti di vista divergenti. Parlo di imbroglio grave, che carpisce l’ingenuità dei giovani, perché mentre a loro si negano tante cose importanti: studio, sport, lavoro, che potrebbero costruire ottimi uomini, si tenta di stordirli con troppe proposte negative, per sedarli e renderli schiavi.

    • Donato Paolucci Rispondi

      2 luglio 2014 at 22:27

      Sottoscrivo in pieno le sue affermazioni, sig. Mercuri. Penso che non ci sia bisogno di altre.

  3. Delia Hafez Rispondi

    2 luglio 2014 at 22:24

    Cosa ve ne sembra? Se, oltre a ripulire i muri da loro imbrattati, i Writers fossero obbligati ad intonacare un muro cadente o un edificio di nuova costruzione che deve essere completato, non credete che questo possa essere il vero contrappasso per loro? Pensateci un attimo: sarebbero costretti ad usare la vernice per scopi totalmente diversi da quelli per i quali la utilizzano, non solo per coprire i loro scempi, ma anche e soprattutto per creare il bello ex novo. Una bella cura psicologica, non credete? Perché è al recupero psicologico che bisogna puntare per questa gente… Ditemi la vostra. Grazie.

    • Giacomo Iacobucci Rispondi

      3 luglio 2014 at 20:45

      Mi sembra un’ottima idea, che denota uno studio attento di questi soggetti per demotivarli psicologicamente, fargli percepire la stupidità delle loro azioni, e quindi recuperarli. Sono allo studio sanzioni di questo genere a livello locale e nazionale o il letargo istituzionale dura in eterno?

    • Mauro D'Ambrosio Rispondi

      9 luglio 2014 at 21:47

      Mi pare un’idea fattibile e costruttiva. I burocrati che emanano le leggi devono riflettere seriamente sul trattamento psicologico dei vandali per arrivare al loro recupero, e una pena del genere va in questa direzione.

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