Bruciati 100mila euro al mese per ripulire i treni dalle tag «È un salasso inaccettabile»

Milano

Vagoni imbrattati, carrozze sfregiate senza ritegno. I treni sono uno dei bersagli favoriti dai writers, che lasciano firme ovunque e pasticci per il puro gusto di sporcare. Dal loro punto di vista è una sfida vinta, quando nessuno li scova. In realtà è una sconfitta gigantesca per tutti. Perché i costi per pulire un capriccio gravano sulla collettività. Quanto si spende? Dal 1° gennaio a metà ottobre Trenord ha rimosso 123mila metri quadri di graffiti, qualcosa come 20 campi di calcio messi insieme, dai convogli, per un costo complessivo che sfiora il milione di euro. Soldi che si sarebbero potuti spendere per incrementare i servizi, per potenziare i treni, per migliorare le condizioni delle stazioni. Tornando alle cifre: per pulire un muro servono circa 16 euro al metro quadro per pietra e marmo, 11 se la superficie è d’intonaco tinteggiato. Presi di mira anche i treni della metropolitana, e i mezzi Atm in generale. Dal 2012, fa sapere l’Azienda dei trasporti municipale, le denunce effettuate ammontano a 70, e si riferiscono a circa 200 writers in azione. Ma non si sta con le mani in mano: c’è il Servizio Security, deputato alla sorveglianza e alla sicurezza dei passeggeri, dedicato anche al contrasto delle attività vandaliche. «Dall’inizio dell’attività anti writers – fa sapere Atm – il numero di attacchi medi mensili è diminuito, passando da 26 a 18,66. Anche il numero di imbrattamenti è sceso da più di 20 a circa 10». A questo si aggiunge l’applicazione di pellicole antigraffio e antivandalismo per consentire una più facile rimozione degli sfregi. I writers cercano il momento e il luogo migliore per attaccare. Solitamente di notte, quando i treni del metrò riposano nelle gallerie. I tunnel si estendono su un percorso di circa 100 chilometri e sono difficilmente presidiabili in modo capillare. Ma anche gli spazi pubblici vengono presi d’assalto. Il messaggio del Comune è chiaro: si promuove la steet art, con progetti specifici e “muri liberi” a disposizione degli artisti, e si condanna il graffitismo vandalico. Nel 2014 sono stati fermati 95 writer, e il Comune si costituisce parte civile nei processi per imbrattamento. Molti dei vandali hanno accettato di risarcire la città con circa 3mila ore di lavoro socialmente utile e 25mila euro secondo percorsi di giustizia riparativa. Da gennaio a giugno i risarcimenti hanno toccato quota 10mila euro. «La città di Milano – afferma l’assessore comunale ai Lavori pubblici Carmela Rozza – sta valorizzando l’arte di strada e il graffitismo, nella legalità. Coloro che imbrattano abusivamente remano contro se stessi, perché lavorano contro l’affermazione del valore dell’arte di strada. E vanno pesantemente sanzionati».

Articolo de Il Giorno di Marianna Vazzana del 23 Ottobre 2015

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2 Responses to Bruciati 100mila euro al mese per ripulire i treni dalle tag «È un salasso inaccettabile»

  1. Petter Brown Rispondi

    24 ottobre 2015 at 06:39

    Certo è da veri fessi buttare soldi che potrebbero essere usati per creare migliori condizioni di viaggio a chi usa quei treni. Mi pare non siano proprio contenti i pendolari.
    Un milione di euro è tantissimo.
    Comunque credo proprio che avanti così e sarà “sempre peggio se non cambia la volontà di chi governa l’Italia”.
    Tante decisioni e nessuna mi pare che dia una svolta netta al contrasto questo continuo demenziale scempio.
    Nessuno ne parla come si dovrebbe.
    Se non si smette di parlare di graffiti come “inevitabile e fondamentale sfogo giovanile” l’Italia, e mi dispiace molto, continuerà a essere come la “stanza del buco” che attrae i drogati di vandalismo di ogni paese dai tredici ai 50 anni. Pazzesco!

  2. giuseppe gambetti Rispondi

    27 ottobre 2015 at 13:22

    A Pettern Brown.
    Guarda gli scempi di casa tua prima di sputare sentenze sulle incapacità altrui. Sei sicuro che il tuo paese non faccia schifo più di molti altri anche grazie a legioni di writers indigeni? Inoltre, hai mai viaggiato in Slovenia, Grecia, Spagna, ecc., dove, quanto a imbrattamenti di treni e di metro, battono di gran lunga questo nostro? Mi pare proprio che parlare per frasi fatte, pregiudizi e giudizi trinciati grossamente riveli un livello di acume davvero insignificante.

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