Roma
Uno sfregio alla grande bellezza. La celebre terrazza protagonista del film premio Oscar è stata imbrattata dai writer. Una scritta di dieci metri che campeggia proprio di fronte all’affaccio mozzafiato sul Colosseo. Un blitz notturno che ha trasformato il palazzo di fronte all’attico di Gep Gambardella (interpretato da Tony Servillo) del film diretto da Paolo Sorrentino in una brutta copia di una fermata metro di periferia. «Lo abbiamo notato solo oggi – spiega Nicola, uno gestore di un locale con vista Colosseo – hanno sfruttato le impalcature installate per la manutenzione del palazzo per imbrattare la facciata. Un autentico schiaffo in faccia a uno dei posti più belli del mondo». E il coro è unanime: «Qui basta che metti una sedia fuori posto ed i vigili arrivano per la multa – tuona Marcello, cameriere del bar sottostante – poi i writer possono scalare un palazzo e sfregiare una facciata. Vi sembra normale?». Anche i turisti – già, perché il palazzo dove è stato girato il film premio Oscar è diventato una meta di pellegrinaggio per migliaia di visitatori e appassionati di cinema alzano gli occhi all’ultimo piano e storcono la bocca. Infuriati i condomini, seccati dalla “Grande Bruttezza” del murales e dalla mancanza di controlli notturni: «Siamo in uno dei posti potenzialmente più a rischio attentati e un semplice writer può imbrattare un palazzo senza che nessuno se ne accorga… Probabilmente i poliziotti erano tutti impegnati a controllare i tifosi per il derby…. Conta solo il calcio». Difficile non comprendere tanta rabbia: ora, promettono gli operai in azione da mesi all’ombra del Colosseo, la scritta verrà cancellata con un solvente speciale e già da domani il nome della “Grande Bellezza” tornerà a splendere come i marmi appena ristrutturati del prospicente Anfiteatro. Resta il nodo – questione cruciale, però -dei controlli: l’impalcatura è dotata di un sistema anti intrusione che, evidentemente, ha fatto cilecca. Difficile pensare a un sabotaggio, anche se i tecnici sono già in azione per ripristinare la normalità. Ma il caso del palazzo caro a Sorrentino e Servillo è solo l’ultimo episodio di una lunga lista di blitz a suon di bomboletta: dalle stazioni ferroviarie ai vagoni della nuovissima metro C, passando per le sponde del Tevere, l’Ara Pacis e piazza di Spagna. Una serie di attacchi writer che ogni anno costa alla Capitale circa 75 milioni di euro. Forse il colpo alla “Grande Bellezza”, però, è il più eclatante che la storia recente ricordi.
Articolo del Leggo di Franco Pasqualetti del 10 Novembre 2015
Alessio Valdi
11 novembre 2015 at 05:15
COMPLIMENTONI!!! Bella prodezza da malati di mente.
Se vi nutrite del rancore di chi “osservando tutto ciò che rovinate vi spedisce maledizioni potenti” continuate così che è perfetto! Ne avrete a iosa di maledizioni.
Però state all’occhio “bravi ragazzi, eroi della cretinaggine”, che qualche accidente pesante magari, prima o poi, arriva.
E…piangere poi sarebbe tardivo e anche un po’ squaliido.
A scusate, quasi dimenticavo: “lo squallore” è parte integrante della vostra indole, l’avete nel dna, e, come una malattia pestifera da cui non si scappa, lo dovete spargere come orrendi untorni su tutto.
Ce ne faremo una ragione noi comuni mortali, rispettosi della legge e del bene pubblico e privato.
Siete una razza a parte voi vandali imbrattatori, ma il giorno che l’Italia smetterà di essere tanto accogliente e paziente non credo sia lontano.