Graffiti e legami con la camorra La gang dei writer – spacciatori

Assalti al metrò per 15 anni: due arresti e 9 denunce. «Deriva violenta»

MILANO

wca 2

Hanno riempito i treni di messaggi aggressivi: «La vigilanza non esiste», «Fuck security Atm», «2001-2011 – 10 anni che vi spacchiamo il culo!!». Hanno rappresentato l’evoluzione estrema del writing vandalico. Nessun compromesso. Nessuna mediazione. Quando entravano nei depositi Atm, impugnavano bastoni. Sbeffeggiavano e minacciavano gli addetti. Filmavano e si filmavano. Mettevano in Rete. Sono partiti da Milano e hanno «spaccato» treni dei metrò di Genova, Catania, Roma, Napoli. E poi in Europa: Stoccolma, Atene, Barcellona, Bucarest, Lione. Hanno importato l’acido fluoridrico a Milano (per le scritte corrosive su vetrine e finestrini dei mezzi pubblici). In oltre un decennio di azioni, si sono fatti una reputazione tra le più famose crew del mondo. Hanno avuto molti emulatori e ancor più nemici. Hanno crossato decine di pezzi ( crossare significa coprire con segnacci i graffiti di altri, massimo insulto nelle rivalità tra writer). Ieri, con nove perquisizioni in varie parti d’Italia (dalla Sicilia, a Reggio Emilia), gli investigatori del Nucleo tutela decoro urbano della polizia locale hanno chiuso la prima fase di indagine contro la Wca , acronimo del gruppo We can all .

L’inchiesta, coordinata dal pm Elio Ramondini, tocca il più alto livello del graffitismo estremo italiano. Due anni di indagini che documentano due trasformazioni. La prima, e cioè l’approdo di una crew a una forma di piccola impresa, non è inedita. Uno dei componenti della Wca ha un negozio di articoli per graffitari. Un’azienda che produce bombolette spray, negli Stati Uniti, ha sponsorizzato i loro dvd. Di certo però, ed è questa l’altra evoluzione, per la prima volta si documenta un’evoluzione da gruppo di graffitari a gang criminale. Si parte da un dato: i 9 indagati per associazione a delinquere finalizzata all’imbrattamento hanno un’età compresa tra i 26 e i 36 anni. Non sono ragazzini. Hanno precedenti penali. Alcuni, non solo per writing. La conferma è arrivata ieri durante tre perquisizioni a Opera, Segrate e Reggio Emilia. In totale, oltre 12 chili di hashish e marijuana sequestrati. «Partita dagli assalti al metrò – ha spiegato il comandante della polizia locale, Antonio Barbato – l’inchiesta ha dimostrato una connessione con altre attività illegali». Due writer sono stati arrestati e un terzo è indagato anche per la droga. Ma c’è una traccia di malavita ancora più pesante.

Negli ultimi anni, infatti, gli investigatori hanno iniziato a notare una scritta ricorrente abbinata ai «pezzi» della Wca . «Pluto free». Pluto libero. Pluto è un ragazzo campano, 36 anni, che dal 2013 è scomparso dalla scena. Poco dopo i suoi compagni e il leader del gruppo, Siko, hanno iniziato a dedicargli i graffiti su alcuni «treni» (almeno uno della linea «verde» e uno della «rossa»). Pluto era legato a uno dei clan della camorra vesuviana ed è stato arrestato in una vasta operazione dei carabinieri contro la criminalità organizzata.

La storia della Wca è riassunta nella presentazione che la crew fa del proprio dvd: «Un film che documenta il bombardamento, esclusivamente su metropolitana, di una delle crew più attive a Milano, Napoli e resto d’Europa… Molte azioni, svariati passaggi di metropolitane, più di 150 pannelli e di 40 whole car , tra tunnel, birre e spinelli». Whole car vuol dire «intero treno» e a Milano (tra 2008 e 2013) ne hanno fatti decine. Zone d’attacco privilegiate: Cologno, Gessate, Sesto San Giovanni. Blitz studiati nei dettagli. Conoscenza dei sistemi di sicurezza. Un «palo» sempre all’esterno dei depositi. Anche per la pressione della Wca , l’Atm negli ultimi anni ha aumentato (fino a raddoppiarla) la vigilanza nei depositi, così da ridurre al minimo le incursioni. Dopo un paio di arresti nel 2014, la Wca era andata sotto traccia. È riemersa, con due assalti ai treni, lo scorso aprile. Negli anni il gruppo ha giocato col proprio acronimo. Wca è diventato We Can Again (noi possiamo ancora), e una volta War Contro Atm : gigantesca scritta che coprì interi vagoni di un treno della M2.

Articolo di Gianni Santucci pubblicato sul Corriere della Sera il 16 maggio 2016

Smantellata la crew di writers che sfidava l’Atm

MILANO

STAVA bene attento a non lasciare tracce sui social network, il writer “Acne”. E preferiva cercare di vivere in Spagna, dove pare coltivasse direttamente la marijuana che secondo l’ipotesi investigativa di polizia locale e procura di Milano serviva al gruppo per finanziarsi. Ma Alessandro D. (Acne), 31 anni quest’anno, con precedenti per spaccio, è stato arrestato ieri mattina a casa sua a Opera, con il blitz degli agenti della polizia locale contemporaneamente in azione in nove città italiane. Gli hanno trovato piante di marijuana e panetti di hashish. E 300 bombolette spray, sequestrate alla crew che aveva sfidato Atm, oltre a più di cento pennarelli markers. Smantellando, dopo due anni di indagini, il gruppo di writers vandalici “WCA” (acronimo di “We Can All”, possiamo tutto), i vigili hanno trovato tra l’abitazione di Acne e quella di “Weno” (Daniele C., residente a Reggio Emilia) 27 piante di marijuana e decine di panetti di hashish. Dei nove indagati per associazione a delinquere finalizzata al danneggiamento di immobili e beni di pubblica utilità, otto sono i writers della WCA residenti in Lombardia, tra Milano, Segrate, Monza, Opera, Camparada, noti per le loro tag: oltre ad Acne e Weno in carcere, sono stati indagati 3tre milanesi 31enni, “Vins” (nato in Brasile), “Rias” – specializzato nel disegnare pesci colorati, già noto come appartenente alla crew “TPS” (Teppist), indagato in stato di libertà per detenzione a scopo di spaccio perché sono state trovate piante di marijuana anche a casa sua) – e “Caps”. Poi “Rud”, o “Ruder”, 36enne di Monza, “Lyra”, 34 anni di Reggio Emilia, “Rok” e “Siko”, quest’ultimo catanese 32enne, leader e fondatore della crew WCA. Arrivato qui negli anni Novanta, Siko (precedenti per droga e per vendita di orologi falsi) in questo periodo si trova a Oslo. Ieri a casa sua a Catania gli agenti hanno trovato una pistola non denunciata, per la quale il padre si è assunto la responsabilità. Fino al 2012 aveva fatto parte dei WCA anche “Pluto”, Ciro Iacomino, di Ercolano, oggi 36 anni e in carcere dal 2012 per associazione di stampo mafioso. Le loro azioni le chiamavano “bombing”: irruzioni nei depositi e nelle stazioni di Sondrio, Loreto, Gessate, QT8, Cascina Gobba, Sesto FS e Cologno Nord.

ARTICOLO DI SIMONE BIANCHIN DEL 16 MAGGIO 2015, LA REPUBBLICA

Blitz. Graffittari e spacciatori Gang sgominata da vigili urbani

MILANO

Il loro nome è Wca, ovvero ‘We can all’ (noi possiamo tutto) e dopo l’indagine della polizia locale sembra davvero così: oltre alle contestazioni per danneggiamento e imbrattamento, al gruppo di writer molto noto in tutta Europa sono stati trovati 12 chili di droga tra marijuana e hashish. Nove persone sono state indagate per l’attività di writing vandalico, e due di queste arrestate per il possesso dello stupefacente. L’indagine del nucleo anti graffiti della polizia locale è iniziata due anni fa proprio a seguito di una serie di attacchi della Wca ai treni della metro. Durante questo tempo gli investigatori sono riusciti ad individuare i principali componenti del gruppo e in più occasioni è emerso un legame con lo spaccio di droga come fonte di sostentamento e di autosostentamento. La vendita di dvd con le imprese dei writer più selvagge (assalti sui treni, irruzioni nei depositi ferroviari, ecc) non era sufficiente per mantenere gli autori. Nel corso delle ultime perquisizioni a Opera, Segrate, Reggio Emilia sono state trovate 27 piante di marijuana pronte per essere essiccate e chili di sostanza già confezionata e panetti di hashish. Dei nove indagati uno non è stato ancora rintracciato, mentre degli altri sono state fornite le tag, ovvero la firma: Lira, Vins, Rude, Rias, Rok, Wueno, Acne e Caps.

ARTICOLO DEL 16 MAGGIO 2015, L’AVVENIRE

Droga e metrò imbrattati Presa la banda dei writer

MILANO

La gang era conosciuta in tutta Europa Per finanziarsi spacciavano stupefacenti e vendevano dvd con le loro «imprese» PERQUISIZIONI Trovate bombolette spray 12 chili di hashish e cartelli rubati nelle stazioni

Si facevano chiamare «Wca», acronimo di «We can all» (noi possiamo tutto). E sfidavano il vecchio «sistema» con frasi a caratteri cubitali del tipo: «2001-2011: 10 anni che vi spacchiamo il cu…». La crew di graffitari, che aveva fatto il salto di qualità criminale e si dedicava anche allo spaccio di droga, è stata bloccata dalla polizia locale. I membri italiani del gruppo di writer molto noto in Europa sono accusati oltre che di danneggiamento e imbrattamento, anche di possesso di droga ai fini di spaccio. Con le perquisizioni infatti sono stati trovati 12 chili di stupefacenti tra marijuana e hashish. Nove persone (otto i lombardi) sono indagate per le attività di writing vandalico, due di loro sono state arrestate per la detenzione di droga. Per oggi sono previste le direttissime. L’indagine del nucleo anti graffiti della polizia locale andava avanti da due anni. È nata da una serie di attacchi della Wca ai treni della metropolitana milanese, poi l’operazione si è estesa a tutta Italia in collaborazione con i vigili di Piacenza, Varese, Monza, Segrate, Reggio Emilia, Opera e i carabinieri di Catania. Nel fascicolo anche immagini dei vagoni danneggiati dal gruppo, con scritte come «Siamo la storia», «La vigilanza non esiste» o «Paura di niente e di nessuno» e dei writer in azione nei tunnel o nelle stazioni della metro, con cappucci e a volto coperto. A volte in presenza di altri passeggeri. In questi mesi gli inquirenti, coordinati dal pm Elio Ramondini, hanno individuati i principali componenti della banda. È così emerso il legame con lo spaccio, che era diventato fonte di sostentamento per il gruppo. Non era più sufficiente la vendita di dvd con le imprese più spericolare dei graffitari: assalti ai treni e blitz nei depositi ferroviari. Uno dei più richiesti è We can all vandalz , un film auto prodotto di un’ora e 20 minuti che descrive il «bombing» (il bombardamento con le tag, una delle attività più diffuse nel writing vandalico) della Wca «una delle crew più attive a Milano, Napoli e resto d’Europa», riporta la copertina. Le perquisizioni sono state fatte a Opera, Segrate, Arese, Monza, Reggio Emilia. Sono state trovate appunto 27 piante di marijuana pronte per essere essiccate e chili di stupefacente già confezionato oltre a panetti di hashish, l’attrezzatura per la coltivazione al chiuso e bombolette spray. C’era pure un trenino giocattolo imbrattato con il tag «Acne». Uno dei nove indagati non è stato ancora rintracciato, degli altri sono state rese note le tag, cioè le «firme»: Lira, Vins, Rude, Rias, Rok, Wueno, Acne e Caps. Tra loro un residente in Spagna, dove produce marijuana legalmente. Le indagini, dice l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, «testimoniano l’esistenza di una componente negativa nel writing vandalico, in chi danneggia la città. Non si tratta sempre di ragazzate». E il comandante della polizia locale Antonio Barbato: «La polizia locale è particolarmente impegnata sul fronte della tutela del decoro urbano, ma come abbiamo già verificato in più di una occasione, dietro alle attività dei writer si nascondono fenomeni criminali più gravi come lo spaccio di sostanze stupefacenti».

ARTICOLO DI C. BAS.DEL 16 MAGGIO 2016, IL GIORNALE

Droga e assalti ai treni La gang dei writers che «potevano tutto»

MILANO

Fermata la crew Wca (We can all) nota per gli imbrattamenti ai treni Due di loro trovati con 12 kg di droga e attrezzi per la coltivazione indoor

La crew si chiama Wca, we can all, ovvero «noi possiamo tutto». Negli ultimi dieci anni l’hanno dimostrato griffando muri, treni, stazioni, città intere di mezza Europa. Ma ora gli agenti del nucleo antigraffiti diretti da Marco Luciani hanno risposto a una domanda che molti si sono posti: come si mantengono i writer che girano il mondo con l’unico impegno di lasciare le proprie tag ovunque? Una parte vive dei magri guadagni della vendita di documentari delle proprie imprese, altri spacciano. Semplice. Se prima era un’ipotesi adesso l’inchiesta del pm Elio Ramondini ha svelato che alcuni membri della Wca, una delle più potenti crew d’Europa, coltivano e vendono droga. Nove writer sono stati denunciati per imbrattamento e danneggiamento in relazione agli episodi di vandalismo, e due di questi sono finiti in carcere per il possesso di 12 chili tra hashish e marijuana. Durante le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati a Reggio Emilia, Segrate e Opera è stata trovata una coltivazione di 27 piante di marijuana, lampade e timer per gestire la crescita, panetti di hashish già confezionati e pronti per essere venduti. I writer coinvolti sono Lira, Vins, Rude, Rias, Rok, Wueno, Acne e Caps. Uno di questi (arrestato ad Opera) vive in Spagna dove produce legalmente marijuana. Non si tratta di ragazzini, sono tutti adulti – tra i 30 e i 40 anni – che hanno una lunga storia di writing che li ha resi icone tra gli appassionati. Tra gli oggetti ritrovati ci sono anche cartelli con la scritta «vietato attraversare sui binari» e martelli frangivetro d’emergenza, «souvenir» presi nel corso dei raid vandalici nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana che nella maggior parte dei casi vengono filmati con telecamere per realizzare documentari in presa diretta che poi vengono venduti in rete o nei negozi specializzati. Ne è un esempio il dvd «We can all vandalz», un film autoprodotto di un’ora e 20 minuti che racconta il «bombing» (il bombardamento attraverso le tag) della Wca «una delle crew più attive a Milano, Napoli ed Europa», come riporta la copertina: «Dal 2000 al 2003, sulla metro di Milano i graffiti non venivano puliti e l’intera linea girava completamente distrutta. Ebbene cinque anni dopo succede la stessa cosa di nuovo, per questo la crew Wca racchiude in questo dvd parte del proprio trascorso dal 2009 ad oggi». E ancora: «All’interno troverete anche 10 minuti che anticipano il secondo numero con azioni in svariate capitali d’Europa tra cui: Londra, Parigi, Stoccolma, Barcelona, Madrid e oltre altre ancora».

::: LA SCHEDA LA BANDA Nove i ragazzi fermati, tra i venti e i 30 anni, tutti membri della famosa crew

“Wcà- WeCanAll” ovvero “noi possiamo tutto”, una delle più famose in Europa nell’ambiente dei graffitari. Specializzati nell’assaltare e nell’imbrattare i vagoni dei treni, compresi quelli della metropolitana milanese. LA DROGA Non era sufficiente per i giovani writers il ricavato della vendita dei dvd e filmati che immortalavano le loro gesta. Aspiravano ad un maggior guadagno. Tanto da decidere di coltivare e spacciare droga, ben 12 chili tra hashish e marijuana, per mantenersi. Lo stupefacente era in parte già pronto per essere consumato o venduto in panetti, e in parte ancora in fase di coltivazione nelle serre. La polizia, a casa di alcuni dei ragazzi, hanno sequestrate ben 27 piantine. Le perquisizioni, disposte dal pubblico ministero Elio Ramondini, sono avvenute a Opera, Segrate e Reggio Emilia.

ARTICOLO DI SALVATORE GARZILLO DEL 16 MAGGIO 2016, LIBERO

I graffitari si danno allo spaccio «Possiamo tutto»

MILANO

L’IMPRESSIONE è che la vendita dei dvd coi filmati delle imprese, da assalti sui treni a irruzioni nei depositi ferroviari per imbrattare vagoni e muri con le bombolette spray, non rendesse abbastanza. Così la “crew”, banda, “We can all”, che tradotto dall’inglese sta per “Noi possiamo tutto”, una delle più attive a livello europeo, la più presente a Milano negli ultimi 15 anni, si era lanciata in un business parallelo: produzione e spaccio di droga. Tra marijuana e hascisc, in diversi covi sono stati trovati e sequestrati 12 chili di sostanza. Nove uomini, otto lombardi, tra i 25 e i 40 anni, sono stati indagati per associazione a delinquere e, due di questi, arrestati per il possesso dello stupefacente ai fini di spaccio. Questo il bilancio della maxi operazione del Nucleo antigraffiti della polizia locale di Milano che dopo due anni di indagini è riuscito a smantellare la crew con la collaborazione delle polizie locali di Piacenza, Varese, Monza, Segrate, Reggio Emilia e Opera e dei carabinieri di Catania. Un lavoro partito nel 2014, dopo una serie di attacchi della Wca ai treni del metrò di Milano. Gli investigatori sono riusciti a individuare i vari componenti del gruppo, analizzando le tag (firme), i filmati delle telecamere e incrociando i dati anche con materiale trovato in rete. Dei nove indagati uno non è stato ancora rintracciato, mentre degli altri sono state fornite le tag: Lira, Vins, Rude, Rias, Rok, Wueno, Acne e Caps. Uno di questi (arrestato a Opera) vive in Spagna dove produce legalmente marijuana. L’esito si è avuto con le 8 perquisizioni disposte dal pm Elio Ramondini, in parte a Milano e in Comuni dell’hinterland. In più occasioni è emerso il legame con lo spaccio di droga.

A OPERA, Segrate e Reggio Emilia sono state trovate 27 piante di marijuana pronte per essere essiccate, sostanza già confezionata e panetti di hascisc. In totale, sequestrati circa 6 chili di piante di cannabis e altrettanti di droga pronta per l’uso e gli strumenti per produrla. Accanto a una valanga di bombolette spray. Tra gli oggetti anche un trenino giocattolo, “decorato” con la firma di Acne. I due indagati per cui è stato disposto il fermo sono ritenuti “i capi” della gang a livello italiano. Oggi ci saranno le direttissime.

LE INDAGINI della polizia locale «testimoniano l’esistenza di una componente negativa nel writing vandalico, in chi danneggia la città. Non si tratta sempre di ragazzate», commenta l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli. «La polizia locale – aggiunge il comandante della polizia locale Antonio Barbato -è particolarmente impegnata sul fronte della tutela del decoro urbano ma, come abbiamo già verificato in più di una occasione, dietro alle attività dei writer si nascondono fenomeni criminali più gravi come lo spaccio di sostanze stupefacenti».

Armi, droga, graffiti : scatta il blitz Nove denunciati, tre in manette

 OPERA

MAXI BLITZ delle polizie locali di Arese, Milano, Monza, Opera, Piacenza, Reggio Emilia e Segrate e dei carabinieri di Catania. Nove persone indagate e tre arrestate nell’operazione «We can all»: sequestrati 12 chilogrammi di droga in tutto. Tra gli arrestati un uomo originario di Opera di 31 anni trovato in possesso di quasi 4 chilogrammi di hascisc. Quella sgominata sarebbe, secondo gli investigatori, una vera e propria organizzazione legata al gruppo «Crew Wca». Le accuse vanno da danneggiamento e imbrattamento per finire a spaccio e traffico d’armi. A casa dell’operese trovati anche cartelli asportati dalle stazioni come «Vietato attraversare i binari».

IL LORO NOME è Wca, ovvero ‘We can all’ (noi possiamo tutto) e da quanto emerso dalle indagini sembra davvero così. Nove persone sono state indagate per l’attività di writing vandalico, e tre di queste arrestate per possesso di droga. L’indagine del nucleo anti graffiti della polizia locale di Milano è iniziata due anni fa proprio a seguito di una serie di attacchi della Wca ai treni della metro di Milano. Gli investigatori in questo lasso di tempo sono riusciti ad individuare i principali componenti del gruppo e in più occasioni è emerso un legame con lo spaccio di droga come fonte di sostentamento.

NEL CORSO delle ultime perquisizioni a Opera, Segrate, Reggio Emilia sono state trovate 27 piante di marijuana pronte per essere essiccate e chili di sostanza già confezionata e panetti di hashish. Dei nove indagati uno non è stato ancora rintracciato, mentre degli altri sono state fornite le tag, ovvero le firme: Lira, Vins, Rude, Rias, Rok, Wueno, Acne e Caps. per quanto riguarda il 31enne di Opera che vive in Spagna, dove produce legalmente marijuana, nella sua abitazione sono stati rinvenuti alcuni cartelli rubati probabilmente in stazioni ferroviarie. Su uno di questi la scritta «vietato attraversare i binari». massimiliano.saggese@ilgiorno.net

ARTICOLI DEL 16 MAGGIO 2016, IL GIORNO (IL SECONDO SCRITTO DA MASSIMILIANO SAGGESE)

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3 Responses to Graffiti e legami con la camorra La gang dei writer – spacciatori

  1. Sal Mariotti Rispondi

    19 maggio 2016 at 05:22

    Ma di tutta questa gente dedita al vandalismo violento e distruttivo, anche a voler impegnarsi nella comprensione di una loro “ipotetica scelta di vita” (visto che hanno l’età in cui i nostri nonni già dovevano nutrire e crescere diversi figli) purtroppo “sfugge il senso”.
    Ma che senso ha tutto questo, è la nostra Isis? Solo contraddizioni? Ma a che cosa, per che cosa e a chi giova?
    Perché se per Isis va considerato il sicuro tornaconto per i produttori di armi e anche altro, per questi a chi dobbiamo guardare veramente. Perché a parte il fatto di sentirsi individui assimilabili a degli eroi del male, che si adreanalizzano con il piacere del rischio e si fanno dei gas e dei vapori che respirano dalle bombolette di colore, non appare logico il tutto.
    Non appare soprattutto privo di “sommersi enormi giochi commerciali” e grandi profitti per alcuni, mentre si devastano spesso patrimoni inestimabili.
    Tutto questo movimento che gravita intorno al graffitismo vandalico e alla sua diffusione capillare, ma siamo davvero sicuri che non nasca da un grande e osceno progetto di abbattimento estetico e dell’attrattività turistica possibile in un paese come l’Italia?

    Così come con le droghe e il gioco d’azzardo è ai giovani che il malaffare peggiore (che pensa solo al proprio lurido profitto) crea attrazione per i più giovani, adolescenti e anche più piccoli (nonostante vi siano norme che vietano la vendita delle bombolette a chi non ha compiuto 18 anni). Ormai sempre più spesso “sollecitati da adulti dementi o in assoluta malafede e opportunismo” vengono invitati fra deleteri effluvi di gas e sostanze dannosissime per il pianeta e per loro stessi ad apprendere le tecniche della street art fatta consumando migliaia di bombolette.
    Potete dirmi voi quanto costa lo smaltimento di una bomboletta al mondo e quanto danno permanente produce? Dovrebbe essere il governo a chiederselo, ma non mi pare siano in corso studi di questo tipo.

    Come mai visto che è ormai evidente che chiamarla “pulsione artistica da non frustrare” è evidentemente solo una furba presa per i fondelli da parte di chi stando al vertice “ci marcia da anni e anni?”.
    Ripeto a chi giova? Cosa si sta svendendo l’Italia?

  2. Salvatore Rispondi

    4 giugno 2016 at 16:36

    Un altra tribù molto disponibile per ogni sorta di committente sembra trovarsi vicino a gruppi di tifosi ultras: lo si desume dal fatto che spessisimo “firmano” un loro “intervento grafico” (pasticcio; motto scarabochiato; firma crew; ecc.)appiccicando a fianco minimo un adesivo del gruppo-ultras (consapevole della prodezza dell’aderente?). Ma spesso generosamente si piazzano 2, 3 o più adesivi o firme a pennarello a fianco all’opera principale. L’arte non vuol restare anonima…

  3. Andrea Girandi Rispondi

    8 giugno 2019 at 19:36

    Considero da cittadino il cosiddetto “graffito” una forma di violenza gratuita, frutto di estrema ignoranza e stupidità, fata passare come “forma d’arte” quando in realtà è soltanto una rozza forma di sopraffazione. Uno sfregio alla nostra storia e alle regole più elementari di convivenza civile.

    Chi deturpa chiese e monumenti, ma anche edifici privati, non è altro che un volgare teppista che andrebbe rieducato attraverso l’istituzione carceraria.

    Trovo a dir poco scandaloso che sedicenti gruppi di artisti e intellettuali, in nome di un buonismo falso e ipocrita, firmino appelli e petizioni di protesta contro le pene carcerarie giustamente inflitte ai graffitari.

    Mi auguro che l’opinione pubblica acquisti piena coscienza della gravità di un fenomeno che sta deturpando ogni giorno di più il volto delle nostre città… nel silenzio e nella sconcertante indifferenza generale.

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